Bentrovati fedeli lettori di OperaLife, oggi ci troviamo ad affrontare uno dei temi più contorti e discussi del mondo del teatro: le regie moderne. Registi e direttori artistici si trovano spesso alle prese con l’ardua scelta di quale spettacolo rappresentare sul palcoscenico, ma forse non è questa la parte più difficile. Oltre a decidere cosa inserire nel cartellone teatrale della stagione, si deve anche definire quale tipo di allestimento teatrale possa essere il più apprezzato, andando incontro alle aspettative e alle esigenze del pubblico.
Si deve, quindi, pianificare se mettere in scena una rappresentazione delle opere nelle modalità tradizionali oppure riviste in chiave moderna, sapendo che questa decisione sarà sicuramente vittima di aspre critiche.
Le regie tradizionali godono sicuramente della tutela del compositore, che spesso segna per filo e per segno cosa si aspetta dalla messa in scena teatrale. Nei manoscritti possiamo, infatti, trovare spesso le indicazioni non solo per la cura in ogni singolo dettaglio della scenografia ma anche le descrizioni degli spostamenti e delle azioni sceniche dei cantanti.
Oltre alle indicazioni sceniche esplicite, poi, lo spartito musicale diventa spesso un vero e proprio “copione di regia”, attraverso sonorità che suggeriscono in modo più o meno implicito gli accadimenti che devono svolgersi sul palco, siano essi azioni dei personaggi, modificazioni della scena o utilizzo di oggetti.
L’arduo compito della regia moderna è quello di considerare tutte queste informazioni, rispettando la dettagliata pianificazione di compositore e librettista e a esse aggiungere anche una nuova lettura dell’opera. Il regista si trova, a questo punto, a rappresentare un prodotto nuovo, un mix di una composizione già apprezzata e acclamata e un nuovo progetto artistico originale e ancora ignoto al pubblico.
Se già è un procedimento complesso a parole, nei fatti diventa ancora più complicato, divenendo un vero e proprio rompicapo per chi cura l’allestimento nella sua interezza sul palco scenico. A complicare le cose vi è di solito un libretto dettagliato, che nomina elementi e oggetti incompatibili con la nuova resa scenica partorita dall’estro creativo del regista.
Qual è allora il risultato? Non vi è una risposta univoca: nella maggior parte dei casi il pubblico si schiera in due fazioni.

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