IL DIRETTORE D’ORCHESTRA NICOLA GUERINI PARLA AI GIOVANI DEL SUO FESTIVAL INTERNAZIONALE SCALIGERO MARIA CALLAS.

OperaLife è riuscita ad intervistare Nicola Guerini, raffinato direttore d’orchestra, ideatore e promotore instancabile di progetti musicali, appassionato divulgatore, dal 2012 Presidente del Fondo Musicale Peter Maag e stimato direttore artistico. Ha debuttato sulla scena musicale giovanissimo, appena ventiquattrenne, per Fondazione Arena e da quel momento la sua carriera professionale è stata in costante ascesa con tappe segnate da una solida formazione. Ha diretto orchestre prestigiose tra le quali la Sofia Philarmonia, i Berliner Symphoniker, la HRT Zagreb Symphony Orchestra e la PKF Prague Philarmonia.

Ha registrato per Naxos l’Holocaust Requiem e Poem of Dawn di Boris Pigovat con la partecipazione della violista Anna Serova, ottenendo il Supersonic Award dalla rivista specializzata lussemburghese “Pizzicato”, ed è in uscita il prossimo CD per l’etichetta Universal con un programma dedicato a A.Dvorak con la PKF Prague Philarmonia e la partecipazione del grande violinista Ilya Gringolts.

Ad OperaLife racconta del Festival Internazionale Scaligero Maria Callas, del quale è ideatore e Presidente. Guerini spiega come L’Opera non è in crisi, anzi è sempre più amata. I giovani sono curiosi e vogliono emozionarsi.

Maestro, prima di tutto volevamo ringraziarLa per aver risposto con entusiasmo alle nostre domande. Le due scorse edizioni in passato hanno riscosso un grande successo, per gli artisti e studiosi coinvolti. Cosa prevede l’edizione di quest’anno?

Se oggi ricordiamo Maria Callas è per la sua modernità, la continua ricerca della perfezione, che sono ancora motivo di studio ed approfondimento. Il Festival Internazionale Scaligero Maria Callas nasce con lo scopo di dedicare alla grande artista un insieme di iniziative artistiche che mettono la città di Verona in contatto e dialogo con tutte le realtà che l’hanno conosciuta ed amata. Il Festival, si svolge ogni anno tra due date significative: il 2 dicembre (1923), giorno della nascita e il 2 agosto (1947), data del suo debutto areniano. All’interno del Festival sono previsti incontri, convegni, Masterclass, segnalazione di giovani talenti e il Concorso Internazionale Scaligero per cantanti lirici Maria Callas-Verona.
Gli appuntamenti del Festival si concludono il 2 agosto (giorno del debutto del soprano greco a Verona ne La Gioconda di Ponchielli), con l’assegnazione del Premio Internazionale alla carriera “Maria Callas Verona” ad una star della lirica internazionale. Nel 2014 è stato assegnato al regista Franco Zeffirelli e nel 2015 al soprano Maria Chiara. Tra le partnership già in essere si rinnova la collaborazione con la Warner Classics, per l’ascolto delle incisioni restaurate di Maria Callas, con La Feltrinelli per un appuntamento nel mese di luglio e con il Museo della Radio di Verona, per il contributo prezioso della sua collezione di grammofoni e dischi d’epoca.

Quest’anno nasce anche un nuovo progetto con Verona Creativa in collaborazione con la Fondazione Accademia di Belle Arti di Verona. Si tratta di performances “live” che coinvolgeranno i giovani artisti con una propria visione del mondo dell’Opera e degli artisti che la rappresentano.

 

Ogni anno il Festival sceglie una città con cui gemellarsi. Quest’anno è Catania, luogo di nascita di Vincenzo Bellini. Qual è il rapporto che lega Bellini a Maria Callas? E perché è così importante ricordarlo?

Dopo il successo della scorsa edizione dedicato a “Maria Callas e Giuseppe Verdi”, il Festival Internazionale Scaligero Maria Callas continua la sua mission di approfondimento anche attraverso le collaborazioni con enti ed istituti di Alta Cultura. Dopo il gemellaggio con la città di Busseto, per lo studio dei ruoli verdiani di Maria Callas, quest’anno Verona diventa interprete di un nuovo ponte culturale con la città Catania per lo studio di “Maria Callas e Vincenzo Bellini”.

Per l’occasione torna ospite il critico musicale Giovanni Gavazzeni, che ci parlerà di “Bellini e la trasfigurazione del canto” insieme al soprano veronese Stefania Bonfadelli, – con l’intervento “Il dolore sublimato nella drammaturgia di Vincenzo Bellini e Maria Callas, interprete moderna del tragico”.

Al noto soprano veronese sarà conferito il titolo di Madrina del Festival Internazionale Scaligero Maria Callas per l’edizione 2015/2016, ruolo già ricoperto dai soprani Cecilia Gasdia (2014) e Maria Chiara (2015).

Al termine dell’incontro di giovedì 12 maggio, verrà ufficializzato il nome dell’artista al quale il Festival conferirà il Premio Speciale alla Carriera Maria Callas 2016. Il riconoscimento sarà consegnato come da ormai tradizione il 2 agosto, data che chiude le attività del Festival.

Il ciclo “Maria Callas e Vincenzo Bellini”, come tutte le attività del Festival, sono rese possibili grazie alla sensibile e costante collaborazione con il Banco Popolare, Fondazione Giorgio Zanotto, Leberco Packaging e i patrocini della Regione Veneto, del Comune e della Provincia di Verona, del Comune di Busseto, del Comune di Catania, della Fondazione Arena di Verona, dell’Accademia Filarmonica di Verona, della Fondazione Centro Studi Pier Paolo Pasolini, dell’Associazione Verona Lirica e dell’Associazione Verona Creativa.

Per entrare nel dettaglio. Secondo Lei è corretto dire che per interpretare ruoli belcantistici è necessaria una preparazione specifica? Maria Callas la possedeva o tutto è dovuto ad un talento innato?

La Callas veniva da una severa formazione belcantistica, sotto la guida della sua insegnante Elvira De Hidalgo, una prospettiva poi riaffermata da Tullio Serafin. Questo aspetto vocale era l’ideale per il carattere della Callas, per la quale maggiori erano i confini, più grande era la sfida e quindi la sua libertà di espressione. Non dimentichiamo che la Callas studiava moltissimo e ogni nota, ogni respiro erano metabolizzati attraverso un profondo studio tecnico e interpretativo. Non era mai soddisfatta pienamente dai risultati raggiunti, cercava sempre la perfezione nella voce, nel gesto drammatico, fino a diventare il personaggio che interpretava. Questa sua ricerca ne ha fatto un’artista completa ed esempio ancora oggi di grande modernità.

La perfetta simbiosi tra canto e recitazione, tra voce e corpo, tra sguardo e gesti, sono rivoluzionari, in particolar modo nella Norma: suprema e indimenticabile soprattutto grazie all’immortalità di “Casta Diva”. Non è esagerato dire che la Callas con Norma ha cambiato la storia del repertorio, portando con il suo genio vocale linfa vitale al repertorio del Bel Canto. É infatti il personaggio della Sacerdotessa figlia del capo dei Druidi Oroveso, più degli altri, a rimanere indissolubilmente legato al nome di Maria Callas, del quale resta ancora oggi la massima interprete. L’Opera fu scelta per la prima della stagione 1955-56 alla Scala di Milano e quell’anno rimane memorabile per l’interpreta- zione della vocalità callassiana.

Il mensile “La Scala” riferiva: “Impressione profondissima nel folto pubblico… Merito soprattutto di Maria Meneghini Callas, Norma affascinante, che oltre ad affrontare con raffinata bravura ed impegno le esigenze vocali, direi quasi wagneriane, dell’ardua sua parte, vi ha impresso un’umanità ed una fem- minilità intense senza tuttavia venir meno alla purezza dello stile belliniano”. Un personaggio come Norma è complesso e rimane uno dei più temuti da affrontare; ma il grande soprano greco nelle 89 volte che l’ha interpretato, l’ha valorizzato con dovizia di accenti, potenza e larghezza di respiro, varietà di timbri coloristici dall’eccezionale ricchezza di registri vocali. Ma ancor più importante è la recitazione drammatica, piena di vitalità e vibrazione nel recitativo e nel declamato.

Anche I Puritani è una delle Opere che il soprano greco ha interpretato spesso. Elvira Valton, la sua disperazione e la successiva follia, richiedono una spiccata capacità attoriale, tipica della Callas.

Altro capolavoro del Maestro catanese è La Sonnambula, Opera nella quale la Callas ha proposto una delle migliori interpretazioni di Amina, ruolo in realtà destinato a un soprano leggero, il 21 agosto 1957 al King’s Theatre di Edimburgo. La sua voce, tra le più belle, luminose e dattiliche, unita alla chiarezza dell’eloquio, riesce a disegnare un personaggio nuovo di per sé contraddittorio e ricco di sfondi drammatici.

Che suggerimento si sente di dare ai giovani che si cimentano nelle arie celebri interpretate da Maria Callas? Il confronto potrebbe spaventare il giovane artista, a quest’ultimo cosa consiglia?

Con Maria Callas cambia il teatro e rinasce un repertorio. Il soprano greco rappresenta il segno indelebile di una modernità che fonde il talento di una Voce con quello dell’attrice e la solidissima preparazione con una dedizione incondizionata verso l’arte. Senza Maria Callas non avremmo il teatro di oggi. La sua lezione rimane un modello ancora oggi per tutti gli artisti, e non solo per i cantanti. I risultati si raggiungono solo se il talento si affianca allo studio continuo e la volontà. La fretta e l’improvvisazione non sono una ricetta vincente.

Ultima domanda. Attendiamo con ansia il convegno del 12 Maggio che, come abbiamo visto, è dedicato al Bel Canto. Ci può dare qualche anticipazione sul prossimo evento in programma?

Il prossimo appuntamento del festival per Giovedì 9 giugnoore 17.00, presso il Due Torri hotel, sarà dedicato a La Sonnambula, dal titolo – L’importanza di essere Amina.

 

Martina Corona ed Alessandra Gambino