Giuseppe Verdi è uno dei compositori d’opera maggiormente eseguito ed apprezzato, in questo articolo non parlerò di lui, ma di una dinamica di cui ne è il maestro indiscusso, il piano.

Non è inusuale trovare nelle partiture del compositore indicazioni di dinamica che arrivano anche a ppp (piano pianissimo). Dice Giovanna Casolla durante un’intervista all’Accademia verdiana del Teatro Regio di Parma: “Accademia Verdiana perché il canto verdiano è diverso da tutto ciò che è verismo o Puccini. In Verdi bisogna trovare la purezza del suono, l’emissione quindi della voce con il belcanto. Bisogna allora dare gli accenti giusti e rispettare rigorosamente al massimo tutto ciò che l’autore ha segnato sugli spartiti. Dove prendere il respiro, dove fare gli accenti, dove fare i crescendi o i diminuendi, bisogna rispettare al massimo questo.” Dalle parole di una grande interprete del repertorio verdiano, capiamo come il Maestro abbia reso sulla partitura tutto ciò che aveva pensato. Ogni indicazione è giustificata e studiata nel particolare, pertanto l’esecutore non deve far altro che rispettarla. C’è però da dire che, molto spesso, le “richieste” del Cigno di Busseto non sono per nulla semplici da eseguire, basti pensare alle innumerevoli sfumature richieste a Desdemona nella Canzone del Salice che porta poi alla famosissima Ave Maria dell’Otello.

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