Cari amici cantanti, in questo numero vorrei tentare insieme a voi di rispondere a una domanda piuttosto delicata: quali sono le sfide che un artista deve affrontare a livello psicologico?
Di questo argomento si parla davvero troppo poco, complice anche il fatto che della carriera musicale si mette sempre in luce l’aspetto figo, “glittering”, quello che ci parla di riflettori, di bellezza, di successo.
Invece dovremmo trovare il coraggio di parlare anche di una delle fastidiose compagne che non abbandonano mai la vita artistica: la frustrazione.
Come vedremo, l’insoddisfazione è, infatti, naturale, direi addirittura fisiologica; e per questo dobbiamo essere coscienti che non è possibile eliminarla dalle nostre vite, ma che possiamo imparare a gestirla, se non addirittura a sfruttarla in senso positivo.
La frustrazione deriva spesso da un fallimento. Pensiamo però che il fallimento è fisiologico ogni volta che abbandoniamo la nostra zona di comfort. E ricordiamo che abbandonare la propria zona di comfort è il primo passo richiesto per poter sognare in grande.
Uscire dal comfort significa non trincerarsi dietro ai propri limiti così da evitare di reiterare sempre gli stessi comportamenti, significa integrare l’errore e l’imperfezione all’interno di un sistema organizzato di crescita; in ultima istanza, significa adottare una visione su di sé “dall’esterno” che ci permette di metterci in discussione e progredire.
Ecco perché accettare la frustrazione derivante dal fallimento diventa un elemento essenziale per un percorso artistico.