Cari amici cantanti,
le selezioni che ho fatto nelle ultime settimane mi hanno fatto riflettere ancora una volta su quanto siano importanti, ai fini del successo di un’audizione, quelle che potremmo definire le “soft skills”.
Quando parliamo con un cantante, soprattutto se è previsto un colloquio con i candidati, queste influiscono sul risultato più di quanto si potrebbe pensare.
È la personalità dell’artista, infatti, che ci aiuta a prospettare la qualità del lavoro che si può intraprendere.
Vediamo insieme alcune delle “soft skills” utili per convincere.
La prima è senza dubbio la sicurezza, che non deve mai essere confusa con la chiusura o, se vogliamo usare un termine più forte ma sicuramente più immediato, l’arroganza.
La sicurezza è sempre valutata molto positivamente, perché dimostra che l’artista ha gli strumenti per reggere lo stress sia di una performance che delle molte sollecitazioni musicali e registiche che sono all’ordine del giorno quando si è inseriti in una produzione teatrale. Quando, invece, la sicurezza passa il limite, rischia di diventare impermeabilità. In questo caso si capisce subito che c’è poco margine di manovra e di crescita, che l’artista è quello che è, e che tenderà sempre a proporre quella versione di sé. La nostra esperienza ci porta a prevedere degli scenari di “lotta”, in cui si cerca di far emergere una plasticità che non è spontaneamente presente, ma che sappiamo sarà richiesta sia in fase di interazione didattica che produttiva. Dimostrarsi chiusi – al cambiamento, se non al miglioramento – è sempre da considerarsi un limite, a maggior ragione in tutte quelle situazioni pensate per i giovani artisti: occasioni, queste, in cui l’aspettativa di crescita rappresenta un valore fondante del progetto stesso. In un contesto in cui la formazione e il perfezionamento sono ancora il pane quotidiano, infatti, essere malleabili non vuol dire essere deboli, sapersi adattare non vuol dire nascondersi, affidarsi, e quindi fidarsi, non vuol dire annullarsi.