Cari amici cantanti, di ritorno da una giuria internazionale in Georgia, prendo spunto da questa bella esperienza per rispondere a due delle domande che di solito vengono rivolte ai giurati, ovvero: quali sono gli errori più comuni? Quali sono invece le qualità più importanti che vorremmo trovare?
Cercherò come sempre di rispondere in modo schematico, ma vedrete che dietro ad affermazioni semplici si svelano concetti tutt’altro che banali. Infatti, quando si parla di mancanze o qualità si finisce per parlare per etichette, senza fermarsi quasi mai a capire veramente cosa ci sia dietro a un pregio o un difetto. Proviamo, quindi, a rispondere andando un po’ oltre la superficie delle cose.

 

Partiamo intanto dagli errori più comuni: scelte di repertorio fuori fuoco e superficialità nell’interpretazione musicale.
La prima constatazione è che, a qualsiasi livello e a qualsiasi latitudine, questi errori sono ricorrenti, a dimostrazione del fatto che ancora i preparatori si preoccupano principalmente della sola tecnica vocale, tralasciando un’organicità che comprende molti altri aspetti.

 

Nello scorso numero ho parlato della zona di comfort e di quanto sia importante provare a superarla. Ecco, anche per scegliere il proprio repertorio bisogna imparare a vedersi dall’esterno, rinunciando spesso all’idea “spontanea” che avevamo di noi. Cantare un’aria che non fa per noi è come mettere un vestito di una taglia sbagliata: può essere bello, visto da fuori potrebbe pure starvi bene indosso ma, alla fine dei conti, è scomodo. Quanto scomodo? Solo voi potete saperlo, ed è per questo che l’autoanalisi è di grandissima importanza, sempre. Infatti, per quanto farsi molte domande sulla validità delle proprie scelte possa essere destabilizzante, è solo attraverso l’analisi dei propri mezzi vocali, attoriali e di tenuta mentale che potete trovare il repertorio che rappresenta la vostra versione migliore ad oggi. Uso l’espressione “la vostra versione migliore ad oggi” perché il repertorio non è fisso, ma deve essere visto come una ricerca che va sempre avanti e che quindi varia nel tempo. Infatti con lo studio e l’esperienza i vostri mezzi evolvono, si raffinano, si definiscono – e con essi deve farlo anche il repertorio che vi rappresenta.
Questo lavoro deve andare parallelo a quello fatto con il vostro insegnante o coach, con i quali la comunicazione aperta e diretta è indispensabile per un buon percorso.

 

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