È statisticamente impossibile non aver mai sentito da qualche parte il celebre Coro dell’Alleluia tratto dal “Messiah” di Georg Friedrich Händel. È il coro che conclude la Parte II (il capitolo della crocifissione e Redenzione del Messia) in maniera potente e maestosa. Si sente ovunque, dai film alle serie TV, fino ad arrivare agli spot pubblicitari.

Sì, cari lettori, perché oggi al microscopio della nostra rubrica destinata alla musica classica parleremo di uno dei massimi compositori indiscussi del periodo barocco: Händel.

Georg Friederich Händel nacque il 23 febbraio 1685 ad Halle, nel ducato di Magdeburgo (Germania).

Händel iniziò a manifestare la sua passione per la musica e i genitori, che avevano pensato per lui un futuro da uomo di legge, cercarono invano di dissuaderlo. Il giovane George però per non far dispiacere suo padre, nel 1702 iniziò a studiare Legge all’Università di Halle e contemporaneamente trovò lavoro per un anno come organista, ma Händel non era soddisfatto della sua carriera musicale e si diede da fare per migliorarla diventando violinista e clavicembalista nell’Orchestra di Amburgo. Convinto nell’intraprendere definitivamente la strada della carriera musicale, nel 1706 Händel arrivò in Italia, che allora era il paese musicalmente più significativo dell’Europa. Lavorò prima a Firenze e in seguito a Roma, dove mostrò le sue impressionanti abilità compositive con il Dixit Dominus. Sempre nel suo soggiorno italiano compose l’oratorio La Resurrezione, e si dice che approfondì la conoscenza della musica studiando i concerti di Arcangelo Corelli. Visitò Napoli e poi Venezia, dove segnò il suo più grande successo del periodo italiano con l’opera Agrippina. Conobbe Alessandro Marcello, Bernardo Pasquini e Domenico Scarlatti. Proprio a Roma, nel 1708, Handel tenne una competizione musicale contro il coetaneo Domenico Scarlatti alla presenza del cardinale Ottoboni a Palazzo della Cancelleria. Mentre il confronto al clavicembalo finì con una vittoria di Scarlatti, Handel si dimostrò nettamente superiore all’organo.

 

LEGGI TUTTO L’ARTICOLO SUL MAGAZINE!