Tra le tantissime opere di Rossini oramai dimenticate vi proponiamo la trama di Tancredi. Il melodramma, in due atti su libretto di Gaetano Rossi, fu rappresentato per la prima volta al Teatro La Fenice di Venezia il 6 febbraio 1813.

ANTEFATTO

Siamo nella Sicilia degli inizi del Mille, l’isola è dilaniata dallo scontro fra Saraceni e bizantini. La città di Siracusa è anche sconvolta dalle lotte interne fra le famiglie nobili di Argirio e Orbazzano e tenta di conservare la propria libertà. Il giovane Tancredi, discendente di una ricca famiglia normanna è stato cacciato dalla città, ingiustamente accusato di avere rapporti con la corte bizantina. Alla corte di Bisanzio Tancredi ha conosciuto Amenaide, figlia di Argirio, e i due si sono innamorati ma la giovane è tornata a Siracusa.

PRIMO ATTO

Nel palazzo di Argirio le due opposte fazioni si riuniscono per celebrare la riconciliazione e giurare fedeltà alla Sicilia nella lotta contro il saraceno Solamir, per consolidare il giuramento le due famiglie decidono di celebrare il matrimonio fra Amenaide e Orbazzano. Il gesto non solo getterà in crisi la giovane, legata a Tancredi, ma scatenerà anche l’ira di Solamir che aveva offerto la pace a Siracusa nel caso in cui la donna fosse diventata sua moglie.

Tancredi nel frattempo è tornato in città accompagnato da Roggiero; ma il suo arrivo non è passato inosservato infatti Argirio decide di affrettare le nozze di sua figlia, che tenta di convincere con tutti i mezzi e la conversazione viene ascoltata dal giovane tornato dall’esilio. Una volta che Argirio esce di scena i due amanti possono ricongiungersi: la giovane, terrorizzata per la sorte dell’amato sul quale pende una condanna a morte, lo esorta a fuggire.

Si cambia nuovamente scena. Si stanno per celebrare le nozze fra Orbazzano e Amenaide quando Tancredi si presenta ad Argirio come un ignoto cavallerie pronto a difendere la città, alla sua vista la donna giura pubblicamente che non sposerà mai Orbazzano. Quest’ultimo nel frattempo ha scoperto una lettera di Amenaide intercettata mentre veniva portata da uno schiavo in campo nemico: nella missiva la giovane invita il destinatario a rientrare in Sicilia. Tutti, compreso Tancredi, la ritengono indirizzata a Solamir, mentre Amenaide non può rivelare la verità temendo di scoprire Tancredi, così è accusata di tradimento e condotta nelle carceri.

ATTO SECONDO

Orbazzano ormai assetato di vendetta comunica ad Argirio la sentenza di morte che incombe su sua figlia, l’uomo prima di firmare la sentenza ha deciso di affrontare Solamir, creduto il seduttore della donna.

In carcere Amenaide attende la morte, sa però che Tancredi un giorno conoscerà la verità sul proprio amore. Giungono Orbazzano e Argirio, quest’ultimo è pronto a morire per la figlia, il colloquio viene interrotto dall’arrivo dell’ignoto cavaliere, Tancredi, che si dice essere pronto ad assumere il ruolo di  difensore della fanciulla e perciò sfida Orbazzano a duello. Tnacredi vince ma è deciso a partire poiché è ancora convinto dell’infedeltà di Amenaide.

Tancredi si ritrova da solo in bosco a meditare sulla sua sorte quando giungono Amenaide e Argirio, assieme ad altri, per chiedere all’ignoto cavaliere di guidarli contro i saraceni. A quel punto Amenaide svela al padre l’identità di Tancredi che si è dimostrato non essere un traditore, inoltre la giovane cerca invano di convincere l’amato della propria innocenza. Tancredi si lancia nella battaglia e ottiene la vittoria ma è stato ferito a morte, quando apprende finalmente che Amenaide non l’ha tradito e perciò chiede ad Argirio di unire la sua destra a quella della figlia e, dopo aver vissuto per vendicare la patria e la sua donna, muore amato da entrambe.

 

Giulia Panzanelli