Nell’articolo di questo magazine facciamo un balzo temporale notevole e ci spostiamo dall’Ottocento alla seconda metà del Novecento. Infatti parleremo di un’opera del compositore francese Francis Poulenc, composta su suo libretto: “Les Dialogues des carmélites” (“I dialoghi delle carmelitane”). La prima dell’opera si tenne al Teatro alla Scala di Milano, il 26 gennaio 1957. Eccovi la trama.

Ci troviamo nella Francia del 1789, poco prima dello scoppio della Rivoluzione. Il marchese de la Force e suo figlio sono preoccupati per Blanche, figlia e sorella dei due, poiché la carrozza in cui si trovava è stata presa d’assalto da una folla inferocita. La giovane giunge a casa e, timorosa già di suo, è scossa dall’evento tanto da decidere di entrare in un convento di carmelitane a Compiègne. Qualche settimana dopo Blanche è nel convento prescelto e ha un colloquio con la priora Madame de Croissy, che la interroga a proposito della sua vocazione, precisando come un convento non possa essere considerato un rifugio dal mondo, lo scopo dell’ordine è la preghiera, ma la giovane sembra accettare di buon grado la cosa ed entra con il nome di suor Blanche dell’agonia di Cristo. Presta il suo servizio nella dispensa del convento assieme a un’altra giovane consorella, Constance de Saint-Denis, il cui buon umore la irrita perché le pare una mancanza di rispetto nei confronti della priora già molto malata. Constance ha una sorta di visione profetica: lei e Blanche moriranno presto e insieme. Dopo qualche tempo la priora è in punto di morte, la donna però non si sente pronta ad abbandonare la vita, ma ormai lo stato morente è irreversibile e l’atto si chiude con Blanche al capezzale della priora morente che, in preda ad un lucido delirio, profetizza la profanazione della cappella del convento e lascia alla giovane novizia il proprio dolore in testimonianza.

 

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