Dall’estate del 1889 fino al settembre dello stesso anno viene demolito il Teatro Apollo. Protagonista indiscusso delle opere teatrali a Roma, ha subito diverse chiusure e nuove inaugurazioni, cambiando tutte le volte il suo aspetto, ed ha visto debuttare come prime assolute le opere verdiane Il Trovatore, nel 1853, ed Un ballo in maschera nel 1859.
Ma andiamo con ordine. Il nome originario è Teatro Tordinona e lo deve al luogo dove viene edificato. Infatti, la torre che nel 1300 apparteneva ai prefetti Orsini, chiamata Tordinona, nel 1400 diventa un carcere, compresi i fabbricati che la circondano. Quando vengono costruite le nuove carceri in Via Giulia, questi spazi vengono contesi tra l’Arciconfraternita di San Girolamo della Carità e la Camera Apostolica. Il 16 febbraio 1661 il papa Alessandro VII decide che la Confraternita avrebbe avuto le carceri in enfiteusi perpetua ma avrebbe dovuto pagare un canone annuo alla Camera Apostolica. Giacomo d’Alibert, il segretario d’ambasciata di Cristina di Svezia, propone alla Confraternita di creare in una parte dello spazio acquisito un teatro: trova il loro consenso ma Alessandro VII rifiuta la proposta. Il conte d’Alibert avrà successo con Clemente IX, il successivo papa. Il 10 novembre 1669 la Confraternita contratta con il conte d’Alibert di affittargli per tre anni, con possibilità di successivi rinnovi, quegli spazi pagando, all’inizio della Quaresima, 250 scudi. Il teatro, ai tempi, può allestire gli spettacoli dalla fine di dicembre all’ultimo giorno di Carnevale. A Carlo Fontana, architetto della Confraternita, viene affidato l’incarico di creare il Teatro, con sei ordini di palchi ed una sala a forma di U, mentre nel 1670 si occupa di ampliarlo, prolungando il palcoscenico affinché fosse profondo quindici metri, di ricostruire il pavimento e di costruire un ponte coperto per evitare le piene del Tevere. L’anno seguente Filippo Acciaioli, nobile fiorentino, prende il posto del duca d’Alibert, gestendo la stagione di quell’anno.