Siamo a Genova, verso la metà del XIV secolo. Imperversano le lotte intestine tra patrizi e plebei; Paolo, filatore d’oro e Pietro, popolano, discutono sulla prossima elezione del Doge. Decidono di proporre il dogato a Simone Boccanegra, corsaro al servizio della Repubblica, il quale subito rifiuta. Per convincerlo Paolo gli dice che la sua amata Maria è rinchiusa nel palazzo dei Fieschi e che essi non oserebbero rifiutarla al Doge in persona; sentito ciò l’uomo si convince ed accetta. Partiti i due esce dal principesco palazzo il nobile Jacopo Fiesco, piangendo la morte dell’amata figlia Maria e maledicendo il vile che l’aveva sedotta; distrutto si rivolge pregando alla Madonna (celebre aria “Il lacerato spirto”)

Torna Simone e si rivolge a Jacopo chiedendogli perdono, dicendo di aver combattuto per meritare la mano di sua figlia. Fiesco risponde di poterglielo concedere solamente a patto di riavere sua nipote, figlia dell’amore dei due. Simone è distrutto perché della piccola si sono perse le tracce, dopo che l’anziana vecchia che l’aveva in custodia è morta; il perdono non sarà dunque possibile. Il giovane decide di entrare nel palazzo per rivedere l’amata Maria, ma ne esce subito dopo, urlando disperato la morte della donna. Nello stesso momento la folla invade la piazza acclamandolo come nuovo Doge.
Giardino dei Grimaldi. Sono trascorsi 25 anni dai fatti sopra narrati.

Amelia Grimaldi ricorda il suo passato da orfana ed il dolore dopo la morte dell’anziana donna che la vegliava. Si rallegra almeno, nella nuova vita nobiliare, di aver trovato l’amore in Gabriele Adorno. Giunge il ragazzo, ma la sua gioia è oscurata perché la donna ha capito che lui e suo padre, Andrea Grimaldi, stanno congiurando contro il Doge.

Proprio in quell’istante il Doge si fa annunciare; Amelia sa che sta venendo a chiederla in sposa per il suo favorito Paolo, che è innamorato di lei. La ragazza chiede dunque a Gabriele di parlare con il padre per affrettare le nozze. Entra Andrea Grimaldi, in realtà Jacopo Fiesco celatosi per evitare l’esilio. L’uomo confessa al ragazzo che Amelia non è una nobile, bensì un’orfanella, che rimasta sola aveva occupato la cella al convento della sfortunata Amelia Grimaldi, la quale era venuta a mancare e della quale prese il nome per evitare che i beni della famiglia venissero confiscati dal nuovo Doge. A Gabriele non importa, egli ama e vuole sposare ugualmente la ragazza. Squilli di tromba annunciano l’arrivo del Doge, i due si ritirano. Boccanegra concede alla ragazza il ritorno dall’esilio dei suoi fratelli e la spinge a confessare le sue pene. Durante il loro bellissimo dialogo, la fanciulla racconta la sua infanzia e si scopre così essere figlia del Doge, la piccola Maria scomparsa 25 anni prima. Padre e figlia si ritrovano commossi. All’arrivo di Paolo, Simone gli rifiuta la mano della ragazza, provocando l’ira di quest’ultimo, che decide quindi di far rapire e consegnare la donna nelle mani del delinquente Lorenzino.