Siano serie o buffe, le opere ci narrano storie fatte di sentimenti e di passioni. Tra tutte le emozioni vissute, narrate e cantate dai personaggi che più ci piacciono, quella che è sempre presente è l’amore. Spesso i compositori e i librettisti tentano di dare una definizione al sentimento amoroso, talvolta a parole, altre volte tramite la musica.
È il caso di uno degli autori più importanti della storia della musica occidentale: stiamo parlando, ovviamente di Wolfgang Amadeus Mozart. Nelle sue opere, l’amore occupa spesso una posizione centrale e di rilievo, fino a diventare il vero protagonista dell’intreccio nelle tre opere nate dalla collaborazione con Lorenzo Da Ponte: Le nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte.
Nella trilogia Da Ponte-Mozart, l’amore non solo viene rappresentato, ma ne viene cercata una definizione sfaccettata, descrivendo le sfumature dell’innamoramento. Le nozze di Figaro, opera del 1786 tratta dalla commedia Le Mariage de Figaro di Beaumarchais, mette in scena le numerose declinazioni della passione amorosa, intrecciandole tra di loro in un’unica folle giornata.
La trama si basa, com’è intuibile dal titolo, sul matrimonio prossimo tra Figaro e Susanna, una giovane coppia di innamorati. Sono loro che ci regalano una prima definizione di amore: nel loro caso è una passione giocosa e leggera, un’unione fatta di complicità e di battibecchi. All’interno dei quattro atti in cui si sviluppa l’intera opera, la coppia Susanna-Figaro si caratterizza di un amore giovanile, fresco e dinamico, che coinvolge due ragazzi alle soglie delle nozze. Con la sua brillantezza, diventa la cornice dell’intera opera, ponendosi come contraltare al matrimonio problematico e stantio del Conte e della Contessa.
I due nobili costituiscono la coppia ormai consolidata della precedente commedia di Beaumarchais, messa in musica da Paisiello nel 1782 nell’opera Il Barbiere di Siviglia, riproposta da Rossini nel 1816 conservandone il titolo. Almaviva e Rosina, questi i nomi dei due personaggi, sono l’emblema del matrimonio in crisi: da una parte il marito fedifrago, dall’altra la moglie consapevole della realtà. In entrambe le bellissime arie della Contessa, le parole del libretto e la musica di Mozart narrano la disillusione di un rapporto ormai consumato e portato agli sgoccioli, diventando un lamento ancora speranzoso della donna, consapevole dei tradimenti del marito, ma ancora vincolata al suo amore per il suo “tesoro”. Solamente al termine dell’opera, la Contessa perdona i gesti del marito, permettendo alla coppia un lieto fine.

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