Chi di noi non si è mai recato a Pesaro in pieno mese di Agosto? Sicuramente ognuno di voi deve aver visitato questa bella cittadina per una vacanza o semplicemente per la scappata di un week end. Beh, la prossima volta che vi organizzate, tenete d’occhio il calendario perché vi consiglio vivamente di andare durante il Rossini Opera Festival: la rassegna tematica dedicata al compositore pesarese.
Le strade brulicano di gente proveniente da tutta Europa e non solo. Per le strade si parlano una miriade di lingue diverse e sotto la calura estiva variopinta ed a volte improbabili sono le mises che le donne sfoggiano nelle serate di gala. Tutti gli esercizi commerciali partecipano all’evento e dovunque sono di casa i richiami a Rossini: spartiti nelle vetrine, gadgets nei negozi, cartelloni pubblicitari esposti in ogni dove con le foto dei migliori artisti che animeranno il festival. Insomma, una full immersion del mondo dell’opera che fa bene all’anima ed al cuore. E poi, tra uno spettacolo e l’altro ci sono sempre mare, spiaggia ed ottimo cibo marchigiano.
Questa rassegna è l’occasione per vedere opere di Rossini scarsamente rappresentate nei teatri italiani, opere rare per le quali un attento studio è stato fatto; ricerca che non di rado porta alla scoperta di nuove pagine, variazioni di spartito e numerose altre novità filologiche. Il cartellone è sempre ricco di spettacoli interessanti e soprattutto numerose sono le star partecipanti, il meglio del repertorio rossiniano attualmente in carriera.
Quest’anno tre erano le opere prescelte: La pietra del paragone, Le siège de Corinthe e Torvaldo e Dorliska. Senza contare i concerti, Stabat Mater etc..Ed ecco alcuni degli artisti in campo: Ildar Abdrazakov, Luca Pisaroni, Michael Spyres, Dmitry Korchak, Erwin Schrott, Enkelejda Shkosa, Paolo Bordogna, Nicola Alaimo, Carlo Lepore, Nino Machaidze, diretti da prestigiose bacchette: Francesco Lanzillotta, Daniele Rustioni e Roberto Abbado.
Numerosa la presenza dei giovani: artisti sul palco e spettatori in teatro, a riprova che l’opera è una forma d’arte viva più che mai. Non dobbiamo smettere di divulgarla, di farla crescere e di innamorarcene. Essa è in continua evoluzione, come ogni forma d’arte, poiché fatta dagli esseri umani per gli esseri umani.
Ed è proprio a questo che pensavo guardando la recita de La pietra del paragone. Giovani artisti in scena impegnati in un complesso canto rossiniano, con tutte le agilità del caso, che recitavano come in un musical, continuamente in movimento sul palco e addirittura a bagno in piscina. Bellissimi esteticamente, validi attori ed ottimi cantanti, dei veri professionisti.
Tutto ciò fa ben sperare per il futuro, un futuro di cui la cultura dovrà essere il cardine fondamentale ed imprescindibile.
Samuela Solinas