Oggi vi racconto la storia di un’opera buffa molto particolare, Viaggio a Reims di Gioacchino Rossini. Scritta su libretto di Luigi Balocchi, l’opera celebra l’incoronazione di Carlo X di Francia ed è costituita di un solo atto; la prima avvenne al Théâtre Italien di Parigi il 19 giugno 1825. Eccovi la trama!

Siamo nell’albergo “Il Giglio d’oro” gestito da Madama Cortese che invita i suoi sottoposti a occuparsi dei preparativi poiché gli ospiti dovranno partire per Reims, luogo dove avverrà l’incoronazione di Carlo X. Una degli ospiti, la contessa di Folleville, amante del cavaliere Belfiore, è preoccupata perché i suoi bagagli non sono ancora arrivati; entra in scena suo cugino, Don Luigino, annunciandole che la carrozza con i bauli si è rovesciata danneggiando il contenuto. La contessa sviene ma si riprende subito quando la cameriera Modestina le porta una scatola con l’unico oggetto sopravvissuto all’incidente: un prezioso cappellino. Sulla scena compaiono il barone Trombonok, ufficiale tedesco appassionato di musica, Don Profondo, un letterato, e Don Alvaro accompagnato da Melibea, una vedova polacca di cui è innamorato. Ma la vedova ha attratto anche l’attenzione del conte di Libenskof, ospite dell’albergo; Don Alvaro s’ingelosisce, ma lo scontro fra i due viene interrotto dalle note dell’arpa suonata da Corinna. L’improvvisatrice, invece, ha attratto le gentilezze di Lord Sidney e del cavaliere Belfiore, che una volta solo con lei cerca di conquistarla ma il tentativo viene interrotto da Don Profondo. Improvvisamente giunge la notizia che è impossibile raggiungere Reims poiché non vi sono più cavalli disponibili. Nel dispiacere generale, è compito di Madama Cortese risollevare gli animi, perciò la donna consola i suoi ospiti dicendo loro di dirigersi direttamente a Parigi, dove si stanno preparando grandi festeggiamenti. Gli ospiti accettano volentieri la proposta e l’opera si conclude con un brindisi in onore del re e della famiglia reale.

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