Interpretare un’aria non è facile per i cantanti d’Opera, figuriamoci per chi non è del settore. Ripensando alla performance di Giorgio, il ragazzo che per noi ha provato a reinterpretare il Nessun Dorma, sono molti gli spunti di riflessione su cui ci si può soffermare. Innanzitutto bisogna tenere in considerazione i preparativi tecnici che un cantante di musica leggera deve affrontare per immergersi nel repertorio operistico. E, oltre al comparto tecnico, sono molti altri i fattori che entrano in gioco.
Ma il lato tecnico, che già di per sé è veramente impegnativo, da solo non può bastare. E’ necessario far trasparire anche una grande passione e avere una capacità interpretativa non indifferente. Bisogna immergersi nel personaggio che in quel momento sta vivendo, per comprendere fino in fondo che cosa sta cercando di comunicare. Ed è sicuramente ancora più difficile riuscire a trasmettere il messaggio cantando una sola aria, poiché non è contestualizzata all’interno dell’Opera da cui è tratta.
Attraverso il nostro esperimento, contenuto nel video pubblicato il 6 settembre, abbiamo cercato di mostrare, in modo nuovo, cosa si nasconda dietro l’Opera. Studio, tecnica, prove, cuore e passione. E’ stata davvero una bella esperienza che ha insegnato, divertito e avvicinato tutti i partecipanti. Prima di girare il video ci sono state due ore di prove intense, certamente piene di risate e di “papere” ma anche piene di prove tecniche. “Come sta la voce? Come sarebbe meglio cantare questo pezzo? Andava bene? No dai riprendiamo da capo!”. L’aria di Puccini è risuonata talmente tanto nell’aria da aver appassionato anche i vicini. Infatti, durante i giorni successivi, abbiamo sentito più volte la Turandot.
Per cui possiamo dire che la nostra missione l’abbiamo compiuta: l’Opera non solo ha avvicinato i giovani, ma ha ispirato anche chi l’ha ascoltata indirettamente.
Martina Corona