La fanfara delle trombe che rievocano una battuta di caccia è forse una delle musiche più famose, eseguite e conosciute dell’opera italiana. È stata utilizzata in film, spot, pubblicità, promo ecc… E appena la ascoltiamo siamo quasi catalizzati da questa musica perché è davvero coinvolgente: contiene un brio e una genialità del tutto uniche. Quelle appunto del genio Rossini che scrisse in meno di cinque mesi l’opera mastodontica da cui è tratta: il Guglielmo Tell.

Il Guglielmo Tell è un lavoro di proporzioni imponenti. Pensate che nell’edizione filologica, senza tagli, eseguita in occasione del Rossini Opera Festival del 1995 la sua durata si estendeva a circa cinque ore e mezza, intervalli compresi. In quattro atti, con azioni coreografiche, momenti di danza e scene spettacolari, rappresenta di fatto l’atto di nascita del genere tipicamente francese del Grand-opéra.

Il filo conduttore della complessa trama è costituito dal processo di liberazione del popolo svizzero dalla dominazione austriaca. Figura principale è il leggendario Guglielmo Tell, che guiderà il suo popolo verso la libertà. Per rendere meglio il senso della natura e introdurre elementi caratteristici dell’ambientazione svizzera, Rossini utilizzò dei Ranz de vaches (richiami dei pastori), o spesso il richiamo in lontananza dei corni, rendendo tutto ancor più suggestivo.

 

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