Al giorno d’oggi l’opera è uno spettacolo che lascia continuamente a bocca aperta ed è bello, per lo spettatore, fermarsi a pensare che la stessa musica e le stesse parole sono state ascoltate anche da chi ha vissuto cento anni prima di noi. I veri appassionati si saranno addirittura chiesti che cosa deve essere stata la prima delle loro opere preferite, quando un compositore, forse semi sconosciuto, forse già affermato, presentava il suo lavoro al pubblico per la prima volta. E forse ci immaginiamo che il successo deve essere stato lo stesso di cui tantissimi capolavori godono ancora oggi. Per molte opere e per molti compositori è stato così, mentre per altre l’accoglienza iniziale non fu totalmente entusiasta! Abbiamo quindi raccolto alcuni degli esempi più clamorosi di fiaschi totali alle prime rappresentazioni, di cui furono protagoniste delle opere insospettabili!
Il Barbiere di Siviglia, di Gioachino Rossini, fece la sua comparsa sulle scene il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina di Roma, e da allora non se ne è mai andato, sebbene la sua prima apparizione non è da considerarsi tra le migliori: si dice infatti che l’opera fu abbondantemente fischiata dai sostenitori del compositore Giovanni Paisiello, che 34 anni prima aveva scritto un’opera basata sullo stesso soggetto e con lo stesso nome (nonostante il titolo originale del capolavoro rossiniano fosse “Almaviva, ossia l’inutile precauzione”)! Ma a quanto pare lo scontento fu soltanto di un gruppo di “fan” troppo accaniti, perché la sera successiva il Barbiere registrò quel successo incredibile che dura tutt’oggi.
Un bel di’ vedremo levarsi un fil di fumo… chi non si è mai commosso davanti alla triste vicenda di Cio-Cio San, protagonista della tragedia Madama Butterfly di Giacomo Puccini? L’opera, figlia di un lungo lavoro che coinvolse a lungo Puccini e i suoi librettisti Giacosa e Illica, debuttò alla Scala il 17 febbraio 1904, causò nel pubblico una reazione inimmaginabile. Vero che i tempi non erano forse ancora del tutto maturi per vedere in scena una giovane giapponese vittima di una sorta di “turismo sessuale”, dove l’occidentale fa la parte del colpevole, ma leggiamo negli articoli direttamente successivi che il pubblicò si sia dilettato con “Grugniti, boati, muggiti, risa, barriti, sghignazzate” ai danni del povero Puccini e della sua musica. Pare però che la colpa non sia da attribuire all’opera in sé (che in ogni caso fu rimaneggiata e migliorata), ma ai sostenitori dell’editore Sonzogno, rivali di Giulio Ricordi (editore di Puccini), e che quindi abbiano cercato di sabotare in qualche modo Madama Butterfly.
4 marzo 1853: al Teatro La Fenice di Venezia va in scena La Traviata, capolavoro senza tempo di Giuseppe Verdi. Che emozione deve essere stato ascoltare per la prima volta “Sempre libera” o “Amami Alfredo”? Non troppo grande, a quanto pare. L’accoglienza dell’opera più celebre di Verdi (già compositore di successo di Nabucco ma non ancora affermatissimo) fu infatti incredibilmente fredda, a causa probabilmente di artisti non troppo capaci e del contenuto, considerato decisamente troppo scabroso per il pubblico ottocentesco; una prostituta come protagonista infatti non era cosa comune e nonostante la censura avesse imposto di retrodatare l’opera al secolo precedente il pubblico si scandalizzò. Anche in questo caso Verdi apportò delle modifiche alla sua opera, che tornò sul palco a maggio, registrando un successo senza pari.
Elena Santoni