L’orchestra attacca a tempo di valzer. Alfredo (tenore) inizia:

Libiamo ne lieti calici che la bellezza infiora
e la fuggevol ora s’inebria a voluttà.
Libiam ne’ dolci fremiti, che suscita l’amore [..]
Libiamo, amor fra i calici , più caldi baci avrà.

E tutti a canticchiare questa melodia, forse una delle più famose al mondo, con quel trasporto e con quella felicità che solo un giorno come la festa di capodanno ci può dare.
Infatti da più di dieci anni il teatro La Fenice trasmette in mondovisione l’ormai famoso Concerto di Capodanno (insieme a quello per eccellenza, a Vienna). E l’ultimo canonico bis è proprio questo spumeggiante brindisi, tratto dal primo atto della Traviata di Giuseppe Verdi.

A casa di Violetta a Parigi Alfredo intona con gioia, seguito poi dal coro, esaltando le qualità indiscusse del vino davanti ad una tavola imbandita di tante prelibatezze. Siamo, infatti, nel bel mezzo di una festa e un bel brindisi non può mancare.
Essendo prossimi alle feste natalizie, dove le occasioni per vuotare i calici si fanno più numerose, è proprio del brindisi in musica che voglio raccontarvi brevemente per scoprire quali altri momenti più o meno seri e divertenti la musica intrattiene il piacere di degustare del buon vino. Del resto il brindisi è davvero molto frequente nelle numerose scene di feste e di banchetti, di taverne e di osterie che animano le azioni dell’opera.
E così, oltre al celebre “Libiamo” di Verdi nel mondo dell’opera si incontrano tanti brindisi.
Come quello, famosissimo, della Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni. E’ terminata la Messa di Pasqua e Turiddu invita tutti a bere nell’osteria della madre. E’ un momento davvero di festa, Turiddu intona, seguito poi dal coro:

Viva il vino spumeggiante, nel bicchiere scintillante,
come il riso dell’amante mite infonde il giubilo!
Viva il vino ch’è sincero, che ci allieta ogni pensiero,
e che annega l’umor nero nell’ebbrezza tenera!

La carica festante è altissima, tuttavia arriverà Alfio (della cui moglie, Lola, Turiddu è innamorato) che lo sfiderà e si consumerà tragicamente la fine dell’opera con la morte di Turiddu.
E’ singolare notare come da un momento conviviale, di divertimento, di festa, si passa poi così repentinamente al tragico, all’inaspettato e sconvolgente consumarsi degli eventi. E’ come se il brindisi rappresentasse una breve e fugace esaltazione della vita contro il destino della morte. Come a sottolineare: godiamoci adesso questo momento, perché del futuro non abbiamo certezza!

Brindisi4

E il medesimo sottile significato lo ritroviamo nel celebre brindisi del Macbeth di Verdi. Macbeth, divenuto Re di Scozia in seguito alla morte del Re Duncano, organizza un banchetto di festa per celebrare la sua ascesa al potere. E qui la Regina, la spietata Lady Macbeth (che muove le pedine ed elimina tutti coloro che possono intralciare il suo piano di conquista del potere) intona uno dei brindisi più accattivanti scritti da Verdi:

Brindisi3Si colmi il calice / di vino eletto;
nasca il diletto / muoia il dolor.
Da noi s’involino / gli odi e gli sdegni,
folleggi e regni qui solo amor.
Giustiamo il balsamo / d’ogni ferita,
che nova vita / ridona al cor.
Cacciam le torbide / cure dal petto;
Nasca il diletto / muoia il dolor.

L’orchestra attacca a tempo di valzer, quindi con un richiamo quasi festoso, e la Lady canta svettando in acuto, quasi con un falso inneggiare all’amore con il solo scopo di catturare la benevolenza dei sudditi. Ma è un brindisi che inquieta. Di lì a poco, infatti, Macbeth avrà la visione del fantasma di Banco, suo fido e assassinato per suo ordine dai suoi scagnozzi. Banco, che appare due volte tra gli invitati al banchetto, è visibile solo da Macbeth il quale perderà completamente il senno, fra lo stupore dei presenti.
Sicuramente più leggero e spensierato è il brindisi intonato dal coro nell’Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti, per le prossime nozze tra Adina e il tenente Belcore:

Cantiamo, facciam brindisi
a sposi così amabili.
Per lor sian lunghi e stabili
i giorni del piacer!

E ancora il brindisi intonato da Maffio Orsini nella Lucrezia Borgia, sempre di Donizetti:

Scherzo e bevo, e derido gl’insani
che si dan del futuro pensier.
Non curiamo l’incerto domani,
se quest’oggi n’è dato a goder!

Un invito, questo, sempre a godere del presente perché del futuro vi è incertezza.
Un altro originalissimo per musica ed intreccio vocale del coro con i protagonisti, è il brindisi dall’Otello di Giuseppe Verdi. A Cipro il popolo è euforico per l’arrivo di Otello e della sua nave che si salva da una forte tempesta in mare. Jago, suo fido, inneggia al vino e prorompe con forti parole di incitazione:

Innaffia l’ugola! Trinca, tracanna!
Prima che svampino canto e bicchier.

E il coro risponde a tutti gli interventi:

Chi all’esca ha morso del ditirambo
spavaldo e strambo beve con te! Beve con te!

Brindisi2Infine, come non ricordare il vino francese per eccellenza: lo Champagne. Champagne che (come il nostro spumante) è il simbolo stesso della festa, del godimento, del divertimento e del lusso e che non poteva assolutamente mancare nell’operetta. Eccolo allora comparire ne La vedova allegra di Franz Lehar in cui è il protagonista assoluto, insieme alle belle donne, delle serate del conte Danilo al Maxim’s di Parigi. E addirittura ne Il pipistrello di Johann Strauss, tocca proprio allo Champagne (a cui tutti danno la colpa degli equivoci e degli intrecci vissuti) sciogliere i fili dell’intricata matassa della vicenda e alla fine dell’opera il coro intona:

Champagne, champagne
un re che tutti onorano, amano, bevono…
Eccolo qui sul trono: Champagne Premier!!

Brindisi1Un continuo crescere in musica, con protagonisti, coro ed orchestra fino a raggiungere un coinvolgimento totale con il pubblico.

Insomma tra un brindisi e l’altro, mentre riempirete i calici per brindare lasciatevi accompagnare da qualcuno dei brani appena suggeriti: hanno esaltato la gioia della vita e del godimento dei suoi piaceri, faranno bene anche alle vostre feste e ai vostri brindisi.

In alto i calici e…PROSIT!

Alessandro Bugno