Countdown, pronti per iniziare e il mondo si ferma. Certo, il mondo, perché il corpo e la mente di ognuno di noi non si sono mai arrestati. Anzi, se possibile vanno più veloci, pensando a tante cose: problemi, angosce, paure, vittime di un radicale cambio di prospettiva. Vi ricorda qualcosa? Questo è quanto è successo circa due anni fa, all’inizio della pandemia, antipatica presenza con cui stiamo condividendo la vita. Tutti ne siamo stati colpiti e ognuno di noi ha sofferto durante questi lunghi mesi. Uniti nel dolore e nella stanchezza, frustrati dal momento e abbracciati in uno sforzo collettivo per superare questo periodo, possiamo comunque fare qualche riflessione.

Il nostro settore, quello della musica e del teatro, ha accusato pesanti ripercussioni, subendo chiusure e arresti improvvisi. Tutti noi, pubblico, professionisti, appassionati, ce ne siamo inevitabilmente resi conto. Ma una categoria, in particolare, ritengo che sia stata pesantemente colpita dai tempi che corrono: quella dei giovani artisti. Tutti quei ragazzi e quelle ragazze che, terminati gli studi, stanno tentando di inserirsi nel contesto professionale hanno sofferto, negli ultimi due anni, momenti difficili.

 

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