La risposta di Giovanni
Credo che molti giovani non amino l’opera e, in generale, la musica d’arte, prima di tutto perché la considerano antiquata. Tutto quello che non sembra attuale si tramuta fra i miei coetanei come “brutto” e valido solo per un diverso contesto storico. Ovviamente bisogna prendere in considerazione anche i gusti personali, ma sono convinto che la maggior parte di coloro che affermano di non sopportare l’opera semplicemente non conoscano veramente quello di cui stanno parlando. In un certo senso è comprensibile, perché sull’opera pesano da generazioni numerosi stereotipi e confermo che tra i miei coetanei spesso questi pregiudizi vagano liberi tra le menti. Anche in una scuola musicale come quella che frequento non mancano i “è inattuale”, “non si capisce nulla”, “mi annoia”, “non ha senso” e molto altro. D’altra parte però non si possono giustificare questi stereotipi perché per rendersi conto di quanto siano futili basta provare a entrare in questo mondo, anche solo per poco. Come in un qualsiasi tipo di arte, per amare bisogna prima di tutto conoscere ed essere disposti a stravolgere la visione di un qualcosa, bisogna aprire la mente e provare ad inoltrarsi al di là del semplice “non capisco” e “non mi piace”. Mi rendo conto che siano azioni complicate e a primo impatto quasi assurde, però è stato così per me e per tutti e quello che mi ha portato a coltivare la mia passione è stato il bisogno di immedesimarsi in un qualcosa di diverso, in un certo senso di “cambiare aria”, perché con l’opera questo è possibile.
Poi c’è un altro fattore, quello della nuova musica, quello del trap e del rap, musica a scopo. Si tratta chiaramente di generi “facili” e che non richiedono nessun tipo di impegno o altro e per questo motivo, secondo me, sono anche i più diffusi.
Infine, credo che a molti giovani manchi una vera e propria educazione alla cultura, non solo musicale, ma anche generale. Pochi sanno che sono gli autori operistici italiani quelli più rappresentati al mondo e che nel nostro Paese c’è molto altro al di là della pizza e del calcio. Bisogna rimediare a questo, ma si tratta di un’azione molto complicata. Siamo italiani e dobbiamo essere fieri di essere i portavoce della nostra cultura nel mondo!