Tra il mondo dell’Opera e i giorni nostri sembra ci sia un divario immenso, come se tra l’esecutore e l’ascoltatore ci fosse un muro immaginario. Questo muro, col passare del tempo, ha portato le persone ad allontanarsi da questo meraviglioso ramo della musica, che ha reso grande l’Italia nel corso dei secoli.

Questo allontanamento è sintomo di un disagio maggiore, di uno stato d’animo che ci spinge costantemente alla ricerca di emozioni vere, forti ed estreme, sfogate troppo spesso nelle droghe e alcol, piuttosto che cercarle nelle giuste emozioni che la vita ti può dare.

Il muro di cui parlo è una vera e propria barriera, dietro la quale le persone si nascondono durante questa ricerca attraente ma anche spaventosa, perché hanno paura che stimoli esterni possano influenzarle. Ma in tutto ciò vi è già una contraddizione: ognuno di noi vuole essere capito e raccontato e questo avviene spesso grazie alla musica. Se pensiamo al rap, ad esempio, ci accorgiamo che quest’ultimo racconta una storia, una situazione, ma il motivo per cui è tanto amato è la verità che lo contraddistingue; la verità con la quale i cantanti rap si raccontano e ti raccontano, la verità della loro indole senza falsi perbenismi e false congetture; per questo è tanto amato dai nostri giovani, perché con un paio di cuffie possono entrare in un altro mondo lontano da tutto e da tutti. A coloro che lo fanno dico che l’Opera è esattamente questo, una sommatoria di storie incredibili, d’amore, d’amicizia e di tormento tanto reali, quanto forti sono le emozioni della tua vita.

Ci sono vicende che si svolgono in luoghi esotici, altre nella nostra città ed altre ancora in un posto immaginario, ma sono tutte capaci di far crollare il muro, limitante di emozioni, che abbiamo costruito nella nostra vita. L’Opera non è solo una storia, una vicenda, ma è la tua storia, con le tue sensazioni, con i tuoi ricordi. L’Opera è la voce dei nostri sentimenti sopiti e nascosti, dei nostri desideri, ma anche di quei dolori tanto forti da non piangere e da non gridare più.

Volete emozioni? Venite a vedere l’Opera e ricordatevi questo: l’Opera parla di noi ed è per questo che non può morire, per questo non è antica o passata di moda. Perché possono cambiare le usanze, l’abbigliamento, le condizioni sociali, ma siamo, siamo stati e saremo tutti uguali davanti alle emozioni.

L’Opera è vita, l’Opera siamo noi.

Alessandra Gambino