Quanto sono belle le inaugurazioni di stagione, che siano d’opera, sinfonica o cameristica, la cosa più importante è che si ricomincia a frequentare i teatri, sprofondare negli avvolgenti velluti e, etcì, cercare di sedare i primi malanni di stagione.
Ai concerti, a meno che non si parli di musica rock, viene chiesta una piccola attenzione da parte del pubblico: il silenzio! Quel vuoto apparentemente inanimato che viene da intonatissime note eseguite nella più melodiosa delle maniere.
Ma ecco che un naso accanto al mio comincia a colare, la signora alle mie spalle da un colpo di tosse in risposta e quella accanto scarta, doppiando uno starnuto, una ben vestita caramella che di uscire dall’involucro proprio non ne vuole sapere. La infila in bocca alla amica e questa la succhia rumorosamente. L’Adagio non è ancora terminato quando ecco veder comparire ai miei piedi, un pacchettino di fazzoletti di carta scivolati dalla presa maldestra del signore alla mia sinistra. Lo raccolgo a velocità rallentata cercando di confondere i miei rumori, nel spostarmi, assieme alla melodia. Il signore rincorre la mia mano, afferra la confezione strizzandola e la fa gemere. Nel ricomporla estrae il fazzoletto di carta riciclata che sventola trionfale, questa volta a tempo, raccogliendo la rumorosa emissione fintamente trattenuta. Il suono stridulo infastidisce tre signore che si esibiscono nel sempre attuale Sciii, alcune utilizzando il supporto delle dita. Altri solo un flebile fraseggio che fuoriesce dalle labbra.