È venuto a mancare all’età di 77 anni, nella sua casa a Palm Springs in California, James Levine. La morte, pur avvenuta una settimana fa, è stata annunciata solo ora per volere della famiglia.
Nato a Cincinnati da una famiglia di artisti – il padre violinista e la madre attrice – studiò pianoforte e diventò allievo di Rudolf Serkin nel 1956, per poi venire ammesso alla Juillard School di New York nel 1961.
Seguì una formazione americana ma con maestri internazionali: il primo violino berlinese Walter Levin, la pianista russa Rosina Lhévinne e il Direttore d’Orchestra francese Jean Morelle.
Nella sua vita lavorativa è stato importante il capitolo tedesco quando, a non ancora trent’anni, diresse un magnifico Parsifal a Bayreuth. Nella sua carriera, amato da orchestra e cantanti per aver saputo tirar fuori il loro meglio, ha diretto i Wiener e i Berliner Philharmonicher, le Orchestre di Boston e di Chicago, ed è stato Direttore della Filarmonica di Monaco di Baviera dal 1999 al 2004.
Malato di Parkinson, subisce alcuni incidenti e due interventi alla spina dorsale.
Dal 2011 risulta quasi paralizzato e inabile a camminare, costretto nell’ultimo periodo a dirigere da una sedia a rotelle, tanto che il Met gli costruì un podio su misura.
Il 19 maggio 2013 tornò a dirigere un Concerto Sinfonico alla Carnegie Hall.
Il suo nome è legato a doppio filo al Met: sarà sul podio per oltre settanta opere. Vi debuttò nel 1971 con la Tosca di Giacomo Puccini, interpreti Grace Bumbry e Franco Corelli, per poi diventarne nel 1973 Direttore principale, nel 1976 Direttore Musicale e nel 1986 Direttore Artistico.
Nel 1996 il Met gli dedica una maratona musicale di otto ore per il venticinquennale del suo debutto.
Dopo una carriera come Direttore d’Orchestra del teatro di New York per quasi 40 anni, venne licenziato nel 2018 dopo essere stato accusato di aver molestato nel corso della sua carriera diversi uomini più giovani, sull’onda del movimento #meeto. Una situazione complessa a cui fece seguito una causa legale, conclusasi solo nel 2020 con un accordo di cui non sono mai state rivelate le condizioni.
Martina Alviani
Ph. Credits: Corriere della Sera