SPECIALE DANZA
Si è conclusa ad ottobre la 37esima edizione di MilanOltre, festival milanese di danza contemporanea nato nel 1986 per l’allora Teatro di Porta Romana e stabile, da più di vent’anni, al Teatro dell’Elfo. L’edizione appena svoltasi, curata da Rino De Pace in collaborazione con Lorenzo Conti, ha visto la presenza – fra gli altri – di Marie Chouinard, Emio Greco con ICK, la compagnia Sanpapie, ma anche il ritorno di Fabrizio Favale e di Cristina Kristal Rizzo. Negli anni sono stati molti gli artisti che hanno preso parte al festival meneghino, basti ricordare Bill T. Jones, Jean-Claude Gallotta, Karole Armitage e Louise Lecavalier – quest’ultima presente l’anno scorso con lo spettacolo “Stations”-.
1986>2024 BACK TO THE FUTURE! È questo lo slogan che accompagna l’ultima edizione, rammentando uno degli intenti del festival, ovvero quello di approcciarsi al futuro mantenendo un punto di contatto col passato.
In apertura sono stati Emio Greco e Pieter Sholten con lo spettacolo “WE the BREATH”, in prima nazionale, con i danzatori di ICK Amsterdam – nota fucina olandese – a cui ha fatto seguito “Rocco”, una pièce congegnata dai medesimi autori per quattro danzatori posti su di un ring da pugilato. Il titolo richiama il film di Luchino Visconti Rocco e i suoi fratelli, alla cui sceneggiatura aveva contribuito anche Giovanni Testori (di cui quest’anno ricade il centenario dalla nascita).
“M”, iconico spettacolo firmato dalla canadese Marie Chouinard – già direttrice della Biennale Danza di Venezia – vede la presenza di dieci danzatori bardati di pantaloni fluo, tanga e parrucche a caschetto in tre diverse nuance sgargianti. L’unico elemento nella scena – vuota, bianca, svuotata – è un microfono. Tagli laterali, atmosfere e riempimenti di luce si intonano al vestiario dei danzatori, incastonati da attimi di buio. E poi i suoni: spasmi vocali, vibrazioni ancestrali, elettronica spasmodica.