Abbiamo assistito alla recita di Aida nello sgargiante allestimento di Stefano Poda che ne ha curato luci, scene, regia.
Lo spettacolo è di forte impatto visivo, soprattutto nella scena del trionfo, dove tutti i costumi sono intessuti di materiale luccicante e riflettente, che abbaglia il pubblico fino alle gradinate più alte.
Notevoli i richiami all’Egitto, anche se talvolta non si capisce a che punto della trama si sia arrivati.
Spicca su tutti la prova di Anna Pirozzi come Aida, la sua voce ampia e potente, dotata di ottima tecnica, delinea un’Aida dalla grande personalità. Commovente l’aria dei Cieli Azzurri.
Al suo fianco molto buona la prova di Gregory Kunde che svetta sicuro e squillante negli acuti.
Piacevole sorpresa l’Amneris di Clementine Margaine. Il mezzosoprano francese ha sfoderato le migliori qualità per delineare la figlia del faraone, ora potente e appassionata, ora clemente e disperata.
Buone le prove di Ramfis di Rafal Siwek e del Re Vittorio de Campo. Menzione speciale per il re etiope Amonasro interpretato da Youngjun Park. Il giovane baritono coreano ha dimostrato una grande forza interpretativa e grande volume di voce sempre ben calibrato, che raggiunge il culmine nel duetto con Aida nel terzo atto.
Daniel Oren, in forma come sempre, guida l’ottima orchestra areniana in maniera eccellente, curando fraseggi e dinamiche, mettendosi sempre al servizio del canto. Coro sempre puntuale, coeso e compatto, valorizzato nei timbri soprattutto nell’uscita finale del terzo atto. Le voci dei coristi si fondono in un tutt’uno con l’Arena gremita conferendo un’aura magica alla serata.
Al termine ovazioni e chiamate per tutti!