Come abbiamo sottolineato in più di un’occasione, l’Opera non è mai statica. Attraverso la voce dei suoi interpreti narra di vicende colorate, vive, attuali e molte volte ambientate in terre lontane e posti esotici. Se si pensa a come l’Oriente sia penetrato nell’Opera, non possono non venire in mente capolavori come la Turandot e Madama Butterfly di Giacomo Puccini o il Nabucco di Giuseppe Verdi. Queste sono solo alcune delle Opere più famose al mondo ambientate in Oriente, amate oggi come allora, che ogni anno riempiono ed infiammano i palcoscenici di moltissimi teatri, registrando un grandioso successo di pubblico e di critica.

L’Oriente per noi occidentali ha sempre avuto un fascino particolare. Equivale ad un sogno, ad un regno lontano e misterioso con colori, bellezze ed usanze esotiche lontane da noi e dai nostri standard ma che proprio per questo ci attraggono intensamente. Così come oggi l’Estremo Oriente attira milioni di turisti l’anno, anche nel corso del XVIII, XIX e XX secolo esso era interpretato come un luogo seducente, pieno di attrattive ed esercitava su letterati e musicisti un fascino immortale. I grandi compositori del ‘700 e dell’800 sono riusciti a portare in scena un altro mondo e ad accompagnare lo spettatore che entra in teatro, grazie alle scenografie imponenti, in un viaggio alla scoperta di amori impossibili, di mondi lontani, di un altrove meraviglioso che ci strega nel profondo.

Oltre alle Opere più famose e rappresentante, ne esistono molte altre ambientate in Oriente. Possiamo citare, per esempio, Alì Babà di Cherubini, Aureliano in Palmira o Ciro in Babilonia di Rossini e ancora Belisario di Donizetti. In realtà l’elenco è sorprendentemente lungo e non basterebbe un solo articolo per dar giustizia alla maestria dei compositori, che ci hanno ammaliato con le loro Opere. Questi grandi artisti sono riusciti a trasporre sullo spartito l’attrazione fatale che l’uomo prova per ciò che non possiede, non conosce o è diametralmente opposto a lui. Perciò è più che comprensibile questo interesse e questo amore cosmopolita, per un luogo ed una cultura che per noi sono ai limiti del mondo.

L’Oriente ha stregato compositori, musicisti, poeti e artisti così come l’Opera italiana ha affascinato gli interpreti di quei territori a noi sconosciuti. Quasi come se il nostro fosse un amore intenso e corrisposto, che non potrà mai avere fine.

 

Martina Corona