“L’orchestra è, per così dire, il dominio del sentimento infinito, universale, su cui può ingrandirsi il sentimento individuale di ogni attore nella sua massima perfezione; si può dire che trasformi il terreno arido, immutabile, della scena reale in una superficie mobile, flessibile, malleabile, eterea”.
Penso che parole più esatte non avrebbe potuto esprimerle Richard Wagner.
Un’altra frase che tuttora rimane scolpita nella mia mente recita che “per suonare a modo ed insieme, è necessario volersi bene, un bene grande: per sé stessi ma forse ancor prima verso gli altri”.
È un ragionamento complesso e se vogliamo profondo, tanto quanto il concetto espresso dalle parole sopracitate del compositore tedesco. Potrebbe sembrare un pensiero utopico ma sono dell’idea che questa consapevolezza debba essere presa in considerazione in modo serio ed autentico.