Bentrovati, cari lettori, in questo 2020 appena sbocciato! Le vacanze natalizie sono ormai passate e tra una chiacchiera e l’altra con parenti e amici siamo pronti a iniziare un nuovo anno. Cambiare data ci concede sempre una riflessione sullo scorrere del tempo: talvolta, sommersi dalla routine quotidiana neppure ci accorgiamo di quanto in fretta le cose capitino. Ecco la magia del Capodanno: è quel giorno ogni anno che ci permette di comprendere meglio come il tempo avanzi inesorabilmente e senza averne nessun controllo. In un batter d’occhio, senza nemmeno accorgersene, stiamo iniziando un nuovo decennio fatto di promesse, speranze ed emozioni.

È proprio vero: tutto scorre e tutto passa, lasciando tracce più o meno evidenti. Ovviamente neppure la musica può sfuggire a questa legge dura e al tempo stesso rassicurante. L’opera, nello specifico, nacque più di 400 anni fa ed ebbe una crescita costante e graduale con il passare del tempo, anche se ad oggi risulta così facile suddividerla in momenti definiti e incasellati gli uni di fianco agli altri. Nonostante le forme siano cambiate così drasticamente nell’arco di tempo che va da Monteverdi al Novecento (di cui abbiamo parlato nel Dodicesimo numero di OperaLife del dicembre scorso) alcune tematiche risultano costanti. Il primo elemento che possiamo individuare in qualsiasi opera, indipendentemente dal periodo storico riguarda sicuramente la sfera emotiva dei personaggi.

Ad affiancare le passioni dei nostri eroi vi sono anche valori umani e sociali da non dimenticare: rispetto, sudditanza, fede, amicizia, ma anche gelosia, invidia, odio. Ognuno di questi aspetti si inserisce, poi, all’interno di un quadro generale che possiamo descrivere come situazione sociale o politica.

Ebbene sì, un’altra delle tematiche di coesione tra le diverse forme musicali dei secoli è proprio quella socio-politica. Del resto ogni forma artistica e culturale si rende portavoce del tempo che abita. Ma vediamo ora qualche aspetto più concreto.

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Ph. Credits: Teatro Lirico di Cagliari