2 chiacchiere con il direttore

 

Ovviamente, ragazzi, non lo è. Il mio è un titolo volutamente retorico, ma non nego che penso spesso all’argomento. Ne abbiamo già parlato in moltissime occasioni e ogni volta non facciamo, giustamente, che ricordare a tutti la grandezza di questo genere musicale, la sua attualità e la sua ‘italianità’. E se fosse proprio questo il problema? Mi spiego meglio. Nessuno mette in dubbio che l’Opera sia un genere musicale importante che ha permeato la nostra cultura per secoli né tantomeno si può negare che accenda i cuori di tantissime persone (più all’estero che in patria). Ora, il punto della riflessione non sono i melomani, gli appassionati, i musicisti (nonostante a molti di loro non piaccia, ma su questo torneremo in un’altra occasione) ma tutti gli altri. La soluzione per far amare la lirica si trova nelle scuole primarie? Basta davvero educare i bambini all’ascolto? Può darsi. Ma come appassioniamo tutti gli altri? Per esempio un ragazzo di 15 anni o uno di 30 o un adulto di 50. Secondo me è questo il vero fulcro del problema. Abbiamo visto che il modus operandi tradizionale, ovvero quello di glorificare l’importanza dell’opera, non funziona. Non mi sembra che abbia funzionato neanche invitare il pubblico alle conferenze (che molto spesso sono tecniche e di difficile fruizione se non si hanno gli strumenti).

 

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