Salve e ben arrivati su OperaLife, questo è il mio primo articolo per il sito e devo prendere un attimo dimestichezza. Certo, non sono nuova a questi argomenti (ho un diploma in canto lirico), però scriverne è una nuova esperienza, per cui mi sono chiesta “di cosa potrei parlare?” e immediatamente si è accesa la lampadina “Di come è scattata e scatta la passione per questo mondo“.

È infatti ovvio che improvvisamente, scatti una passione o una predisposizione verso una certa arte o una brancha specifica di essa. Molto spesso infatti, parlando con miei compagni di studio in conservatorio, mi sono trovata ad avere di fronte musicisti eccelsi o appassionati, nati in famiglie dove la musica non si ascoltava, ne tantomeno la si eseguiva.

Nel mio caso specifico, non sono figlia di musicisti professionisti, ma mio padre ha studiato tromba ed entrambi i miei genitori hanno cantato in varie formazioni corali. Inoltre per quanto riguarda la famiglia di mio padre, anche nelle generazioni precedenti lo studio di uno strumento musicale era prassi. Per cui capite bene, quanto sia strano a primo acchitto, pensare che si possa avere una passione tanto profonda per ciò che non si ha avuto la fortuna di respirare fin da piccoli. A quel punto credo che a scattare sia un vero e proprio imprinting, indipendentemente da quanta musica ci ha circondati nei primi anni di vita, basta infatti quell’unico episodio spiradico e spesso casuale, ed è fatta!

fluato2Tornando all’Opera, vale quindi la stessa regola a mio avviso, ed è proprio quello che è capitato a me. Mio padre aveva una piccola collezione di dischi, tra cui era presente un cd la cui copertina azzurra mi attraeva molto perchè era del mio colore prefetito. Unica pecca, il titolo era in una lingua a me sconosciuta e impronunciabile e i titoli delle tracce troppo complicati per ricordarli, ma orientandomi con i numeri del display mi soffermavo sempre su un unico numero musicale “Der Hölle Rache” e provavo cantarlo seguendo Ingeborg Hallstein.

Avevo tra le mani un’incisione del 1962 del Flauto Magico di W.A.Mozart, diretta da Herbert von Karajan con l’Orchestra dei Wiener Philharmoniker e il Coro della Staatsoper di Vienna. Il cast era invece così composto: Sarastro Gottlob Frick, Regina della Notte Ingeborg Hallstein, Pamina Wilma Lipp, Tamino Nicolai Gedda, Papageno Erick Kunz, Papagena Graziella Sciutti e Oratore Eberbard Wachter.

Una bambina di 8/9 anni che faceva il Karaoke su un’incisione di Karajan, se ci penso non posso che sorridere. Parecchi anni dopo poi, assistetti ad un concerto nella piazza del mio paese e il Soprano la eseguì, era la prima volta che la sentivo dal vivo, e tutta compiaciuta dissi a mio padre “la canto anche io questa canzone”, vi lascio immaginare l’espressione sul suo viso. Poi in seguito mi venne fatta studiare dal mio primo insegnante, ma questa è un’altra storia, chissà forse un giorno approffondiremo.

In ogni caso, ciò su cui volevo fare focus con questo articolo è come, nonostante mia madre ascoltasse Ivana Spagna, Casadei e Franco Bagutti, bastò un unico episodio casuale, a farmi appassionare a questo mondo.

Voi invece? Sarei molto curiosa di conoscere i vostri imprinting….

Martina Ferrarini