L’Opera, oltre alla sua componente primaria – la musica-, comprende anche un importante fattore visivo: la scenografia.

Negli ultimi anni la ricerca di scenografie e regie nuove e all’avanguardia ha portato, sempre di più, i grandi palcoscenici a sperimentare cose audaci e mai viste. Su questo tema, ovvero la ricerca di attualizzare l’Opera attraverso regie e scenografie, vi sono numerose discussioni tra i melomani, molto spesso vicini alle scenografie classiche, mentre dall’altra parte troviamo registi e scenografi desiderosi di mostrare altre sfaccettature dell’Opera stessa. Tra questi due “fuochi” troviamo i cantanti, che spesso si trovano a cantare appesi o, ancora peggio, in posizioni realmente scomode nel punto saliente della vicenda.

L’importante è che le regie e le scenografie siano belle?

Sulla bellezza di uno spettacolo sicuramente incidono moltissimo regia e scenografia, che seguono il libretto e le volontà dell’autore, e che rendono notevolmente più forte l’impatto emotivo sullo spettatore. E questo non per forza deriva dalla bellezza oggettiva di una scenografia, ma piuttosto da quanto riesce ad enfatizzare le vicende che si stanno svolgendo in scena.

Non si può non esaltare le regie di Franco Zeffirelli, sempre ben legate alle vicende rendendole attuali nella loro ambientazione naturale; ma non si possono non citare allestimenti un po’ folli e spericolati come quelli della Fura dels Baus che, nonostante le ambientazioni estreme e talvolta futuristiche, riescono ad essere perfettamente in linea con le note dell’autore.

Le scenografie “minimal”, come la celebre Traviata con Anna Netrebko e Rolando Villazón di Willy Decker, riscuotono impressioni e sensazioni molto diverse fra gli spettatori, ma il segreto per queste regie è avere grandi interpreti con personalità fuori dal comune come, ad esempio, i due cantanti sopracitati.

Per concludere, il progresso delle scenografie e delle regie è caratterizzato dalla voglia di riuscire a regalare sfaccettature nuove all’ascoltatore, che siano in stile classico o riadattate tramite nuove fantasie. L’importante è emozionare, perché l’Opera è vita.

L’Opera siamo noi.

 

Alessandra Gambino