Nell’epoca del marketing applicato ad ogni aspetto della nostra vita, l’Opera non fa eccezione. Spesso, all’interno dei teatri, ci si chiede come si possa promuovere uno spettacolo operistico e come questo possa catturare un pubblico sempre maggiore.
E come ogni aspetto della nostra vita, ci si rivolge ad Internet: spulciando sugli account Facebook, Instagram e Twitter dei teatri d’opera più importanti d’Italia ci si accorge subito che è da lì che parte la promozione per invogliare gli utenti della rete ad acquistare un biglietto. Foto del backstage, dei cantanti in pausa, video delle arie più famose che da lì a pochi giorni verranno eseguite dal vivo, promozioni per i più giovani, le tecniche per attirare lo spettatore, per portarlo virtualmente nel mondo del teatro sono molteplici. Ma davvero un Barbiere di Siviglia, una Bohème o una Traviata hanno bisogno di presentazioni? Quanto è necessario pubblicizzare un’opera che oramai è parte del patrimonio culturale del paese e che sicuramente è già conosciuta e apprezzata da chi conosce il repertorio?
Ciò che è davvero importante, al giorno d’oggi, all’interno del marketing, è raccontare una storia. Ce ne accorgiamo dalle pubblicità che troviamo in tv; davvero poche volte un prodotto ci viene presentato nudo e crudo, nella sua essenza: spesso attorno ad esso si tende a costruire una vicenda che possa in qualche modo conquistare, o quantomeno interessare l’acquirente.
E lo stesso vale per il teatro: è importante far percepire il teatro come un posto centrale all’interno di una città, come il luogo cardine della cultura, dentro al quale avviene qualcosa di straordinario. E quindi si tende a parlare dell’edificio teatrale e del ruolo che esso ha per chi vi lavora e per chi lo vive. Si vuole attirare lo spettatore al suo interno, poco importa che sia a vedere un’opera o un concerto, ciò che conta è il tipo di esperienza che egli ricaverà entrando nel foyer, cercando il suo posto nella sala, aspettando che il sipario si apra e godendo dello spettacolo che gli viene presentato.
Funziona bene se ci si trova in un teatro che è da secoli parte dell’identità culturale della città: chi non ha mai sognato di andare alla Scala? Che poi sia Nabucco, la Cenerentola o Norma è secondario; ciò che ci attira è la magia di quel luogo, proprio perché sappiamo dove ci troviamo e siamo coscienti del ruolo che il teatro ha avuto nella storia dell’opera italiana.
Ma dove ciò non avviene grazie alla Storia è necessario che intervenga il marketing. Si dovrà pertanto arrivare allo spettatore parlandogli dell’importanza del teatro, di ciò che accade quando le sue porte sono chiuse, della qualità che esso intende mostrare e dell’emozione che si vuole trasmettere. Solo quando questo passo è compiuto e avremmo conquistato il cuore del potenziale spettatore si potrà iniziare a raccontargli chi incontrerà appena si aprirà il sipario.
Elena Santoni