Il pubblico vede solo la punta emersa dell’enorme, impetuoso iceberg chiamato spettacolo. La magia, talvolta, sta semplicemente nel riuscire a portare in scena la produzione. Si pensi solo all’impegno imprenditoriale alla base: il costo dell’allestimento o la realizzazione di esso, precedentemente progettato e approvato; i costumi, la calzoleria, ecc. Per non parlare del marketing e dell’indispensabile lavoro per promuovere lo spettacolo, o di chi è incaricato di cercare il personale adatto. Indi solo l’idea di portare in scena un’Opera è una Fatica degna di Ercole. Fare una produzione partendo solo da partiture, libretto e un’idea è “impossibile”.
Eppure l’impossibile è stato fatto.
Anche in meno di un mese.
Sono più le ore che si trascorrono in teatro rispetto al tempo in cui si sta a casa. Certe volte si torna solo per dormire.
Lo stress, le ore piccole e le esigenze dei maestri non sempre vengono soddisfatte, perché psicologicamente e fisicamente si è stanchi e questo porta, molte volte, a delle divergenze.
Dopo 3 o 4 settimane di prova, sei giorni la settimana, a pochi giorni dalla prima, dove non se ne può più, arriva il giorno della prima, o dell’anteprima o della generale, ed inspiegabilmente un fuoco da dentro inizia ad ardere ed ecco che si ha questa voglia di fare contagiosa.
Subito si diffonde in tutto il teatro.
E non importa più se quella scena non è mai venuta nelle prove, non importa se il pannello delle scenografie si rompe ogni volta che viene mosso. Non importa più niente.
L’aria in teatro è densa e pesante. Il massimo che si fa è salutare e augurarsi “toi toi toi”.
E poi ecco quel fuoco arde al massimo.
Nonostante tutte le fatiche, l’esecuzione e la presenza scenica sono impeccabili. Tutta la recita diventa qualcosa di immacolato, di immenso, grazie a quel fuoco che non ci fa sentire la fatica, che ci fa dimenticare i disguidi. Grazie a quel fuoco abbiamo solo voglia di metterci in gioco e lo facciamo tanto intensamente che sorridere a fine recita è inevitabile.
Senza quel fuoco l’opera perde il suo significato.
Massimiliano Mazza