Cosa dire? Mi sento una persona normalissima, che ama profondamente l’Arte, a tal punto da averla resa unico scopo della propria Vita.

Da quando ne ho memoria, sono sempre stata circondata da due cose apparentemente distanti ma che, in realtà, non lo sono affatto: Musica (per essere più precisi, tutta l’Arte in genere) e Scienza.

Nella mia memoria infantile risuonano chiare le note del Barbiere di Siviglia, dove troviamo Maria Callas nei panni di Rosina, opera ed edizione preferita da mia madre, le note struggenti de La Traviata, della Tosca; ma, da un’altra parte, risuonano tanto le grandi Sinfonie di Beethoven quanto la poesia di De André o le sonorità, ai tempi così moderne, di band storiche come Genesis, Deep Purple e Pink Floyd.

Insomma, non si potrebbe di certo dire che i miei genitori (e mio fratello) non abbiano contribuito enormemente alla mia cultura musicale e ai miei variopinti interessi e gusti in quest’ambito (e non solo).

La mia passione per la musica nasce come un istinto naturale: già a 6 anni sentii l’esigenza, il bisogno, di muovere le mie piccole dita su dei tasti di un pianoforte, affascinata com’ero da quello strumento e da quel mondo. Ricordo ancora la mia volontà ferrea nonostante la titubanza iniziale da parte della mia famiglia sulla mia predisposizione in ambito musicale (in realtà il musicista di famiglia, da sempre, è stato palesemente mio fratello).

Nonostante i tanti ostacoli e le vicissitudini personali, l’Arte ha comunque sempre fatto parte della mia vita in qualunque forma, per poi aver preso un posto fondamentale e primario nella mia esistenza, portandomi a decidere di intraprendere lo studio del Canto Lirico e, recentemente, di Musicoterapia.

 

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