L’Opera è un insieme di discipline artistiche veramente complicato, che dal ‘500/’600 ha avuto una serie di mutazioni e rivoluzioni conformi al periodo storico, indi, ai movimenti culturali; ideologie politiche; ecc. Ciò ha determinato non solo variegate tipologie di “stili”, ma delle vere e proprie regole, molte volte ignorate.
Dunque, quando andrete a teatro, ricordatevi che il direttore, i professori d’orchestra, la compagnia di canto ed il coro non stanno “leggendo\cantando semplici note su un rigo” ma è pieno di segni che non sono altro che specifiche indicazioni da rispettare da parte dell’autore. Addirittura alcune per il pubblico.
Al Concerto di Capodanno di Vienna 2018 diretto dal Maestro Muti, al pubblico era permesso battere le mani a tempo, dettato sempre anch’esso dal Maestro, esclusivamente nella Marcia di Radetzky. Sempre parlando di applausi: Teatro La Scala, alla prima de “Andrè Chènier” il 7 dicembre scorso, v’era il divieto d’applausi, perché Umberto Giordano gradiva che la sua opera fosse un flusso continuo e non interrotta.
Anche per Puccini, in teoria, è la stessa aria… in teoria…
E poi il modo di vestirsi… in plaeta abito da sera e una miriade di formalità come il divieto di vestirsi di viola perchè porta sfortuna: pare che il teatro sia abbastanza rigoroso.
Ma la regola primaria è sempre la stessa: divertirsi e portare rispetto. Bisogna portare rispetto degli innumerevoli studi e per l’elevato lavoro altrui. E alla Cultura: non dimentichiamoci che ciò che è proposto in scena; ciò che è scritto su quei righi e quelle innumerevoli regole fanno parte della nostra cultura. Sono una parte di noi. Come ha dichiarato il Maestro Muti in un video online di spiegazione su La Traviata, molte scelte di regia dei teatri oltreoceano non rispecchiano la scena descritta da Verdi e ciò lo definisce come un insulto alla nostra cultura.(https://www.youtube.com/watch?v=Nt-2t4fggjs)
Indi possiamo dire che, ogni qualvolta non rispettiamo anche solo delle semplici regole di lettura dell’opera e di comportamento, in realtà offendiamo noi stessi.
P.s. Ringrazio l’amica e collega Lavinia Soncini per l’ispirazione e per le varie curiosità che mi ha trasmesso, essenziali per la riuscita di questo articolo.
Massimiliano Mazza