Le regie moderne negli ultimi anni sono aumentate a dismisura e sono sempre di più i registi che vedono l’opera sotto un altro punto di vista. Del resto, siamo tutti d’accordo sul fatto che l’opera sia attuale, ma è necessaria una regia moderna per renderla attuale? E soprattutto queste regie, come si sente dire, attirano veramente i giovani? Abbiamo preso come esempio, per rispondere a queste domande, il recente “Macbeth” che il Teatro alla Scala ha messo in scena con la regia di Davide Livermore.
GIOVANNI: Secondo i sondaggi, la sera del 7 dicembre 2021 erano incollati davanti alla televisione ben due milioni di italiani, oltre che le persone a teatro. Un “Macbeth”, quello di Livermore, studiato con un doppio fine, quello teatrale e quello televisivo, ambientato in un mondo futuro distopico, dove la terribile Lady Macbeth si muove con scaltrezza progettando il suo terribile disegno assetato di potere. Nei commenti, durante la pausa tra secondo e terzo atto e dopo la fine dell’opera, abbiamo potuto sentire i due presentatori che indicavano la regia come ideata per attirare i giovani, vista l’ambientazione che sicuramente è più simile alla nostra realtà: infatti il periodo originale, cioè il Basso Medioevo, risulta molto più lontano dai nostri standard e soprattutto un periodo dove la mentalità era molto diversa dalla nostra.