La quasi totalità delle opere scritte dai compositori di ogni epoca e nazionalità ha come argomento l’amore; forse perché è intorno a questo sentimento che ruotano tutte le vicende umane. Amore sotto forma di innamoramento, ma anche amore figliale e genitoriale. In questo articolo, ed in altri che seguiranno, vorrei raccontarvi alcune delle dichiarazioni d’amore più conosciute, belle ed appassionate; di quelle che ogni ragazza, ancora al giorno d’oggi, amerebbe ricevere.
Il giovane Alfredo, ammira di nascosto la delicata e sensuale fanciulla incontrata un giorno, un anno prima. Basta uno sguardo e perde immediatamente la testa per lei, rapito dalla sua straordinaria bellezza e fragilità, già minata dalla malattia. Sto parlando de La Traviata di Giuseppe Verdi. Durante una festa a casa della donna, gli invitati rivelano a Violetta che Germont è venuto spesso a chiedere sue notizie, mentre era ammalata; ed invitano il ragazzo ad intonare un brindisi. Gli ospiti si ritirano poi nell’altra sala, per andare a cenare, e la donna è colpita da un malore. Giunge quindi Alfredo, che le dichiara il suo amore:
Un dì, felice, eterea,
mi balenaste innante
e da quel dì tremante
vissi d’ignoto amor.
Di quell’amor ch’è l’anima
dell’universo intero,
misterioso, altero,
croce e delizia al cor.
Violetta dapprima rifiuta tal sentimento, di cui ha timore. È meglio folleggiare, stordirsi nel vortice dei piaceri sapendosi prossimi alla morte? È pericoloso abbandonarsi ad un vero amore? Ma quelle parole hanno gettato il seme nel suo cuore, che non può far altro che crescere, perché non vi è gioia più grande di amare ed essere amati.
È strano!… è strano!…
in core scolpiti ho quegli accenti!
Sarìa per mia sventura un serio amore?…
Che risolvi, o turbata anima mia?…
Null’uom ancora t’accendeva…
o gioia ch’io non conobbi, essere amata amando!…
E sdegnarla poss’io per l’aride follie del viver mio?
Così la giovine cede a “A quell’amor ch’è palpito dell’universo intero”, che diventa sua ragione di vita e di redenzione.
Ma la dichiarazione che mi fa sempre piangere per l’intensità con la quale viene pronunciata è quella nella Bohème di Puccini. No, non il famoso duetto in cui i due giovani si incontrano, bensì la fine dell’opera. Mimì è sul suo letto di morte, finge di dormire affinché gli amici abbandonino la stanza, perché vuole restare da sola con l’amato Rodolfo.
Sono andati? Fingevo di dormire
perché volli con te sola restare.
Ho tante cose che ti voglio dire,
o una sola, ma grande come il mare,
come il mare profonda ed infinita…
Sei il mio amore e tutta la mia vita!
Francamente non mi sento di aggiungere altro a queste parole, immense nella loro semplicità e verità; di fronte ad un sentimento che ingloba ogni fibra dell’anima.
Samuela Solinas