Tutto italiano, sia il termine che la sua diffusione, il Belcanto è volto ad indicare una tecnica di canto virtuosistico, svincolata dalla priorità di caratterizzazione di un determinato personaggio o situazione, ma che, al contrario, mira ad un’astrazione puramente musicale.
Ci troviamo di fronte ad una perfetta uniformità della voce, un timbro morbido, rotondo, capace di non ostacolare le agilità nelle ornamentazioni e nel fraseggio.
Ha origini molto antiche, ed ancor prima di Rossini e Bellini troviamo indicazioni e norme riguardo allo stile sopracitato durante il Seicento: Giulio Caccini riporta questa serie di informazioni ponendo di fatti una maggiore enfasi sull’aspetto tecnico rispetto al volume, denotando quanto, questa tipologia di canto, fosse un chiaro ed evidente esercizio atto a dimostrare la bravura dell’interprete.
Durante tutto il Settecento il canto sillabico si sviluppa un po’ ovunque. È caratterizzato da suoni chiari, morbidi, omogenei, di ritmo elegante e squisitezza formale; i compositori, da parte loro agevolarono questa vocalità con melodie di andamento legato, e con pause, nel fraseggio, coincidenti con un ritmo respiratorio regolare.