Impossibile non aver mai sentito in uno spot, alla radio, in tv, in tutte le salse, la celebre marcia del balletto “Lo Schiaccianoci” composto da Piotr Ilic Tchaikovsky nel 1892 e destinato a diventare il balletto per eccellenza simbolo del Natale, il più famoso e rappresentato nei teatri del mondo.

E non è l’unica composizione ad essere rimasta inossidabile negli anni, insieme ad altre musiche eccezionali, dove si respira tutta la sua passione, la sua anima tormentata, plasmata dalla vita e dall’ambiente in cui visse: la Russia.

Infatti, Tchaikovsky nacque nel 1840 in una cittadina a circa un migliaio di chilometri da Mosca. Dalla madre egli ereditò, insieme ad una spiccata sensibilità personale evidente sin dalla prima giovinezza, anche la passione per il pianoforte. Tuttavia, solo dal 1861 Tchaikovsky si dedicherà completamente alla musica: prima di allora studiò Giurisprudenza a San Pietroburgo, dove la famiglia era andata ad abitare dal 1852. Nel 1854 la morte della madre per colera fu per Tchaikovsky un’esperienza gravemente dolorosa, poiché era a lei legato da profondo affetto.

Dal 1859 al 1861 trovò un impiego al Ministero della Giustizia, che abbandonò dopo pochi anni per seguire le sue aspirazioni artistiche: nel 1862 studiò al Conservatorio di San Pietroburgo nella classe di composizione di Anton Rubinstein: già dalle prime sue composizioni traspirava un prodigioso talento musicale. Nel 1866, infatti, Tchaikovsky ottenne la cattedra di armonia all’appena fondato Conservatorio di Mosca, incarico che conserverà fino al 1876. Nel periodo dell’insegnamento Tchaikovsky creò la maggior parte delle sue composizioni (tra cui la Prima Sinfonia “Sogni d’Inverno”). Nel poema sinfonico Fatum traspaiono diversi riferimenti autobiografici, in particolare quelli legati all’unica vicenda sentimentale della sua vita con la cantante Désirée Artôt, che si era conclusa in pochi mesi (1868).

 

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