Il rapporto tra Nietzsche e Wagner, nato a casa di Hermann Brockhaus – cognato del musicista, si trasformò ben presto in un’intensa amicizia che durò per più di sette anni. I due, tra cui nacque un sodalizio artistico-filosofico, erano alcuni fra i personaggi di maggior spicco e rilievo dell’epoca; capaci d’influenzare l’idea generale europea.
Tra Wagner e Nietzsche fin da subito scoppiò un’empatia fortissima, quasi fatale per il filosofo, poiché essi condividevano la stessa visione del mondo e dell’arte. Nietzsche aveva una vera e propria venerazione per l’amico musicista perché lo considerava il congiungimento tra etica e pathos, capace con la sua musica di dare voce a ciò che voce non aveva (come ad esempio la Natura). La teoria dietro al “superuomo” nietzschiano è, tra l’altro, molto vicina alla profonda introspezione psicologica wagneriana.
Per Nietzsche il superuomo è colui che ha deciso di vivere la vita al massimo e di soddisfare tutti i propri desideri. Quest’ultimo sottomette gli uomini deboli facendoli diventare schiavitrasformandosi a sua volta nel “lieder”. Vivendo con spirito dionisiaco,”calpestando” la religione e la moralità, mira solo alla volontà di potenza e alla grandezza. Il superuomo inoltre nega l’uguaglianza ed esalta il singolo individuo; è una figura capace di manipolare gli altri, ergendosi al di sopra di tutti.
Wagner nelle sue opere reinterpretò la teoria del superuomo dell’amico, che troverà il suo compimento in Siegfried (terzo dramma musicale della tetralogia dei Nibelunghi) simbolo del vincitore dei limiti. Il compositore, con il Siegfried, si espose pubblicamente sostenendo le idee filosofiche dell’amico.
È quindi evidente il perché Wagner fosse così importante per Nietzsche. Non fu solo la comunione di idee filosofiche ed intellettuali ad unirli però, in questo loro sodalizio influì molto anche l’amore per l’arte greca e per la tragedia.
L’amore per i classici di Nietzsche nasceva da un’innata predisposizione, ma l’avvicinamento al musicista fu ancora più incoraggiante per il filosofo tedesco. Nietzsche infatti si ispirò all’idea, già espressa da Wagner, di ritornare alla Tragedia Greca. La medesima ossessione per quest’arte antica portò Wagner alla costruzione di un teatro, ispirandosi all’esempio greco, a Bayreuth (dove tutt’ora c’è un festival a suo nome).
Il teatro, grazie al clima che il musicista volle ricreare, sembra avvolto da un’atmosfera surreale quasi mistica. Per Wagner, infatti, il teatro non aveva lo scopo di intrattenere le persone, ma doveva essere in grado di guidarle alla scoperta della complessità stilistica e psicologica che lo caratterizza. Nel rispetto delle intenzioni wagneriane, a tutt’oggi, il teatro è molto difficile da visitare, proprio perché esso non può essere per chiunque.
Che cosa portò i due intellettuali alla rottura non è ancora ben chiaro ed accertato, ma le ipotesi a tal proposito sono due. Da una parte si dice che Nietzsche si fosse innamorato di Cosima, moglie di Wagner; dall’altra parte che il distacco di Nietzsche fosse dovuto alla sensazione di essere stato tradito per l’avvicinamento di Wagner alla fede (cosa che si può vedere nelle sue ultime opere).
L’ossessione del filosofo nei confronti del suo ex amico però non si esaurì. La sua ammirazione per Wagner non poté mai finire, perché per Nietzsche il musicista rappresentava il simbolo vivente del “superuomo”.
Alessandra Gambino