Non a caso tre capolavori in lingua italiana, non a caso un Genio… uno? Mi devo correggere, DUE geni per un sodalizio miracoloso: parlo della cosiddetta trilogia Da Ponte-Mozart, Nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte.
Lorenzo Da Ponte, veneto di orginie ebraiche, grande librettista: ci troviamo in un periodo nel quale, le opere DOVEVANO avere libretto in Italiano; giunto a Vienna nel 1781 alla corte di Giuseppe II, inizia poco dopo questa fortunata produzione: nel 1786 Nozze, un anno dopo Don Giovanni e nel 1790 Così fan tutte. Provo a spiegarvi in due parole questo grande miracolo. Partiamo dalla genialità e dall’estrema varietà e modernità del testo: divertente, pungente, al tempo stesso può sembrare semplice e diretto ed è questo uno dei suoi grandi punti di forza! Sofisticato e ricco.. non dimentichiamoci poi l’aspetto comico e “piccante”!!!!
Mozart stesso, prediligendo il genere dell’Opera sopra tutti dà sfoggio di grande maestria; non saprei dire quale delle sue opere non manifesti questa completezza: si avvicina alle prime produzioni del genere all’etàdi 11 anni e sino alla sua morte (le ultime sono il Flauto Magico e La Clemenza di Tito) troviamo crescita, maturità, grande complessità formale e compositiva, arrivando a raggiungere davvero una sorta di perfezione. Amo definire così il teatro mozartiano perché porta innovazione e meraviglia.
Sicuramente Nozze di Figaro è la più famosa delle tre, da sempre: il sipario si apre sulla futura camera da letto dei presto sposi Figaro e Susanna (https://youtu.be/5lWFVXJemXQ) che troveranno non poche difficoltà per poter convolare a nozze sereni e beati; complice un Conte (il loro padrone) parecchio invadente che trascura la sua Contessa (malinconica e triste, ricorda i bei momenti ormai passati https://youtu.be/pq8GswI2lfc); troviamo in seguito Cherubino, giovane anch’egli invaghito ma della persona sbagilata (ovvero la Contessa), passione amorosa che lo coinvolge spesso in generale dato il suo amore per le Donne (il Conte lo definisce “farfallone amoroso” https://youtu.be/bKBGRO-GYYo). Grande lieto fine per questo giorno di follia, tutti contenti possono gioire e godere dell’amore e della serenità finalmente raggiunta (https://youtu.be/xjQFYaCwOvM).
Don Giovanni è sicuramente la più particolare e complessa: l’opera si apre con un omicidio in seguito ad un tentativo di stupro (assai inusuale all’epoca, non si era mai visto nulla del genere in teatro, prima! https://youtu.be/vni0_BtzLKs). Don Giovanni, il più grande seduttore per definizione, uccide il padre di donna Anna, il Commendatore, personaggio che, sotto forma di statua, a seguito della continua arroganza ed ai comportamenti moralmente inappropriati di Don Giovanni lo condannerà all’inferno alla fine, con grande gaudio di tutti i personaggi, femminili e non, vittime del libertino. (https://youtu.be/rLsN06FrEgw).
Le due sorelle Fiordiligi e Dorabella sono innamoratissime dei rispettivi fidanzati, Guglielmo e Ferrando: ma è vera la storia che la fede delle femmine è come l’araba fenice? Nessuno sa dov’è? (https://youtu.be/rZe6NVDf29c) Ebbene sì, pare che sia così… sotto consiglio e aiuto di Don Alfonso (e la complicità della serva delle ragazze, Despina), i due architettano uno scherzetto alle due giovani che non avranno la meglio, anzi, in tempi record saranno in grado di dimenticarsi i due amati per due ignoti principi albanesi (in realtà Guglielmo e Ferrando travestiti); tutto questo per far valere la tesi del vecchio filosofo che “Così fan tutte…”. Un capolavoro, uno spasso, senza dimenticare la profondità dei sentimenti e ovviamente… un bel lieto fine. Vorrei richiamre l’attenzione sul Terzetto a fine I atto, il momento dell’ “addio” delle due sorelle ai rispettivi amanti, pronti a salpare in veste di militari (in verità “scusa” bella e buona per poter poi sbarcare poco dopo nelle vesti di prinicipi!) https://youtu.be/a_0FHyF3Pyk. Musica celestiale, una delle più belle melodie che Mozart ha composto, nella sua semplicità ci troviamo davanti a qualcosa di veramente raro e inquantificabile in fatto di Bellezza.
Cosa dire se non augurarvi un buon ascolto di queste Opere, appena potrete, quando vorrete, sperando che lo possiate fare il più frequente possibile. Fa bene all’anima.
Lavinia Soncini