Cari lettori di OperaLife, come sapete il mondo dell’Opera lirica è vasto e ricco di sottogeneri e anche una singola opera può essere letta sotto diversi punti di vista, adottando differenti prospettive. E questo è ciò che cerco di proporvi nei miei articoli, che raccontano la Storia e le storie messe in scena nei drammi d’Opera; in questo articolo, però, non vi illustrerò una singola opera, ma cercherò di spiegarvi un genere operistico di cui ho già accennato in diverse occasioni: il grand opéra.

Il termine indica un genere d’opera composto da quattro o cinque atti, presenta un cast molto ampio fra comparse, coristi e orchestrali, al suo interno si trovano diversi balletti e, in generale, si distingue per la sua spettacolarità e la ricchezza dell’allestimento scenico; infine, la trama è basata su un avvenimento storico. Sulla sua nascita non vi posso dire molto poiché non è chiaro come sia nato questo genere operistico, di certo però i compositori italiani Gaspare Spontini, Luigi Cherubini e Gioachino Rossini ne sono considerati i precursori. Il genere vede la luce in Francia. Per la precisione si sviluppa a Parigi, che fin dall’inizio dell’Ottocento fu capace di attrarre i maggiori compositori dell’epoca, tanto da diventare la capitale della musica lirica; inoltre, il suo teatro più importante, l’Opéra appunto, disponeva di un palco gigantesco che permetteva di realizzare grandi scene corali che saranno poi tipiche del grand opéra.

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