La Scala ha riaperto ieri dopo 199 giorni per pochi intimi, dopo il primo tentativo, fallito, di luglio a causa della seconda ondata.

La riapertura di questi palchi, di questo teatro e la cultura in generale servono per uscire dalle sabbie mobili della pandemia.
Il sindaco Beppe Sala è contento per la riapertura di Milano, essendo stato un bellissimo esempio anche per altre città, sperando però di non essere ripartiti per poi doversi rifermare, che sarebbe la cosa peggiore.
Con l’orchestra in platea ed il pubblico sui palchi (in 500, meno dell’estate scorsa), la parola d’ordine è prudenza.
Il sovrintendente Dominique Meyer sostiene che la Scala ha sempre avuto un ruolo importante nelle ripartenze,mentre nel sottofondo ci accoglie l’atmosfera surreale del termoscanner, del gel igienizzante e di tutti i volti coperti dalle mascherine, imposti dalle norme anti Covid.
La Pia Matteoni, loggionista doc, è molto emozionata come se fosse una prima e pensa che sia un’occasione straordinaria per tutti.

Rispetto a luglio, grazie ai vaccini come sostiene Attilio Fontana, sono tutti più sereni, per poter riprendere gli spettacoli in sicurezza. Grazie alla campagna sanitaria ci sono spettacoli sempre più aperti in sicurezza, continua il presidente Fontana.
Stessa cosa pensa anche l’assessore al Welfare Letizia Moratti, dicendo che riaprire i luoghi della cultura vale molto sia per il lavoro, sia per la socialità.
Ieri è stata anche una data importante, a 75 anni dal concerto della ricostruzione del 1946, con Arturo Toscanini sul podio ed il sindaco Antonio Greppi a spingere la Milano della ripresa.
Ieri le bombe, oggi il Covid. Certo quella era un’altra guerra ed era finita, mentre questa non si sa se stia veramente finendo, e si teme di dover richiudere il sipario.
Liliana Segre, presente ad entrambe le occasioni, sostiene che nonostante le mascherine, le riaperture hanno sempre un bellissimo sapore.
Anche il presidente di Confcommercio Milano Carlo Sangalli è intervenuto, affermando che l’evento non è solo musica, ma rappresenta la ricerca di una nuova crescita culturale, economica e sociale.

Chiara Castelli

 

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