Violetta e il protagonismo femminile
Uno degli ingredienti principali per la buona riuscita di una messinscena operistica è sicuramente il cast. La scelta dei cantanti è un problema da sempre conosciuto dai compositori e dai registi, sin dalla scrittura stessa dello spartito. Quando veniva composta un’opera, un autore aveva spesso già in mente chi avrebbe impersonato i ruoli dei protagonisti, per assicurarne una grande efficacia scenica e musicale.
Fra tutti, il ruolo predominante era spesso quello della cosiddetta “primadonna”, termine che ancora oggi è rimasto nel linguaggio comune, a differenza della declinazione maschile della parola, caduta in disuso con il passare degli anni.
Già dall’etimologia, la parola “primadonna” denota una sicura predominanza di un ruolo sugli altri personaggi femminili, che risultano di minore importanza. Questa gerarchia originariamente aveva anche dei riflessi nella rappresentazione scenica, che doveva garantire, anche nei momenti di compresenza sul palco di differenti personaggi, di coglierne visivamente le diverse rilevanze all’interno dell’opera. Questo accadeva solitamente già a partire dalla posizione che i personaggi assumevano in scena, secondo pose codificate e collocazioni specifiche sul palco, che ne mettevano in luce l’importanza. Il ruolo di estrazione sociale più alto o più rilevante all’interno della trama proposta doveva sempre essere individuabile a colpo d’occhio dello spettatore, anche qualora la scena fosse particolarmente affollata.
Inoltre, così facendo, le primedonne, e non meno i colleghi uomini, ottenevano gratificazione e popolarità, che favoriva la loro carriera e la loro fama in ambito teatrale e musicale.
Certo, talora la situazione poteva complicarsi: alcune opere prevedevano che invece di un singolo ruolo di primadonna, fossero due le protagoniste del palcoscenico. Questo spesso causava gelosie e risentimenti. Poco avvezze a spartire l’attenzione dello spettatore e la possibilità di brillare, le cantanti raramente accettavano di buon grado questo tipo di intreccio, caratterizzato da equilibri instabili sia sul palcoscenico che al di fuori del teatro.