La figura di Leoš Janáček, compositore del XX secolo riconosciuto in tutto il mondo, fu legata a Brno. Viene apprezzato soprattutto per la melodicità insolita, basata sulla musica popolare delle regioni morave. Nel dopoguerra la visione del mondo, umanamente pessimista, di Janáček trovò la sua massima manifestazione in quattro opere teatrali che contengono, in maniera diversa, una forte carica di protesta: Kát’a Kabanová (1921), La piccola volpe astuta (1924), L’affare Makropulos (1926) e Da una casa di morti (1930).

Oggi vi parlerò della sua opera più fiabesca: La piccola volte astuta. Un’opera in 3 atti, su libretto del compositore, dal racconto Liška Bystrouška di Rudolf Těsnohlídek, pubblicato sul giornale “Lidové Noviny”, insieme ad una serie di disegni illustrativi della vicenda di Stanislav Lolek. La governante del compositore era dedita alla lettura di queste strisce illustrate e fu lei a sottoporgli l’idea.

La particolarità dell’opera, definita anche poema naturalistico, è la presenza sia di animali che di uomini. Le parti vocali degli animali sono affidate a voci bianche o a vocalità femminili e/o sopranili come nel caso delle Volpi adulte. Il centro del racconto sono gli animali e la natura, mentre la Trama è molto semplice.

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