Siete in attesa di essere collegati con un operatore” …. E puntualmente parte una musica di sottofondo. Negli uffici pubblici in Veneto, specie nella provincia di Venezia, è molto probabile che la musica scelta per l’attesa telefonica sia un brano di Antonio Vivaldi. E nello specifico, quasi certamente il primo o il terzo movimento della famosa “Primavera” del compositore veneziano.

Sì, cari lettori, perché oggi al microscopio della nostra rubrica destinata alla musica classica, in questo caso barocca, esploreremo una delle composizioni in assoluto più famose del “prete rosso”: Le Quattro Stagioni.

Dovete sapere che le Quattro Stagioni è il titolo con cui sono denominati i primi quattro concerti solistici per violino del catalogo “Il cimento dell’armonia e dell’invenzione” di Vivaldi. Il titolo di questa raccolta evoca quasi un combattimento tra la ragione e l’immaginazione, una sorta di compensazione tra la libertà creatrice e le regole di composizione dell’epoca.

Esse uscirono dalle officine tipografiche dell’editore Michel-Charles Le Cène ad Amsterdam nel 1725, ma fu lo stesso Vivaldi ad affermare, nella dedica al Conte Morzin, che erano stati composti precedentemente: i diversi manoscritti ritrovati presentano alcune differenze che confermano quanto dichiarato dall’autore.

Le Quattro Stagioni sono uno dei primissimi esempi di musica a programma, cioè di composizioni a carattere prettamente descrittivo, poiché esse rappresentano delle scene di natura in musica. Probabilmente a Vivaldi venne l’idea di comporre questi concerti mentre stava nelle campagne attorno Mantova e furono una rivoluzione nella concezione musicale: egli seppe conciliare le descrizioni dell’opera con le sue esigenze di musicista, di inventore del concerto classico.

 

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