Nei secoli la luna è sempre stata un riferimento per gli uomini, ed è sempre stata fonte inesauribile di ispirazione per pittori, musicisti, poeti, scrittori.
Come non poteva dunque non essere presente anche nel teatro d’opera!
Ecco quindi che nell’opera lirica si trovano diversi momenti in cui la luna ha un ruolo determinante per lo svolgersi degli eventi (il suo sorgere segna il compiersi di una precisa azione), oppure fa semplicemente da sfondo alla vicenda ed è una presenza costante, quasi a sostenere e catalizzare i sentimenti dei personaggi della storia.
I riferimenti sono numerosi: come non ricordare l’aria nella Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti “Regnava nel silenzio alta la notte e bruna…colpìa la fonte un pallido raggio di tetra luna.”
O dal Don Pasquale: “Com’è gentil, la notte a mezzo april! È azzurro il ciel, la luna è senza vel.”
Lo stesso Beethoven scrisse una delle composizioni pianistiche più famose: la serenata al “Chiaro di luna“, divenuta celebre e una tra le più eseguite dai pianisti di ogni tempo.
Anche nelle opere di Giuseppe Verdi ritroviamo la luna:
“Come in quest’ora bruna sorridon gli astri e il mare! Come s’unisce, o luna, all’onda il tuo chiaror!” Esordisce Amelia nel Simon Boccanegra, contemplando il mare all’alba.
“Ascolta. Tacea la notte placida e bella in ciel sereno la luna il viso argenteo mostrava lieto e pieno… ” canta la bella Leonora nel Trovatore, in attesa di incontrare quel giovane che sotto il balcone cantava una serenata.
O ancora nel Falstaff, i due giovani amanti Nannetta e Fenton dichiarano:
“Bocca baciata non perde ventura, anzi rinnova come fa la luna.”
E c’è poi quell’atmosfera prettamente lunare che illumina la scena presso la quercia di Herne, dove Falstaff sarà deriso e punito.
Nell’omonima opera di Antonin Dvorak, Rusalka si rivolge alla luna con un’aria bellissima che viene definita come un vero e proprio “Inno alla luna“.