Nel 1602 Giulio Caccini, nella prefazione alla sua raccolta “Le nuove musiche” scriveva: “ma perché di soprano ho detto essere malamente adoperati quei lunghi giri di voci, è d’avvertire che i passaggi non sono stati ritrovati perché siano necessari alla buona maniera di cantare, ma credo io più tosto per una certa titillazione à gli orecchi di quelli che meno intendono che cosa sia cantare con affetto, che se ciò sapessero indebitamente i passaggi sarebbe abborriti, non essendo cosa più contrario di loro all’arte“.
Per Caccini il cantante non doveva quindi mirare al godimento attraverso i virtuosismi, ma puntare ad emozionare attraverso gli affetti. Nasce quindi la figura dell’interprete: “il fine del musico, cioè, dilettare e muovere l’affetto dell’animo.”
La raccolta sopra citata è preceduta nel 1600 dall’Euridice di Peri a Firenze, che segna la nascita ufficiale dell’Opera. Con la nascita dell’opera nasce la figura del Cantante/Interprete. Prima era un Cantore e poi, nello scorrere dei secoli, diventa un Cantante che mette a disposizione della musica la propria fisicità perché interpreta un personaggio.
La voce ha costituito il primo strumento musicale usato dall’uomo per comunicare. I cantori nelle antiche civiltà tramandavano il repertorio sacro dei diversi culti in modo orale. Nel Medioevo abbiamo due tipologie di Canti. Da un lato quelli sacri: il Gregoriano che erano riservato alle voci maschili, anteposto ai canti goliardici dei clerici vagantes e ai canti trovadorici. I trovatori erano i poeti/cantautori dell’epoca e avevano una formazione più letteraria e compositiva che tecnico-vocale.
Nel secondo Quattrocento, Johannes Tinctoris definì semplicemente il cantore: “Cantor est qui cantum voce modulatur” [Cantore è colui che intona il canto con la voce].
Con la scuola fiamminga si arriva ad una tecnica più complessa, la polifonia contrappuntistica che richiedeva una formazione tecnica più mirata. I giovani entravano come Pueri Cantores e poi continuavano la loro preparazione nelle università, per poi venire assegnati ad una Cattedrale o ad una Cappella signorile dove svolgevano oltre alla funzione di musicista anche quella di ecclesiastico e/o di diplomatico. Diversi Fiamminghi ottennero poi posizioni di rilievo anche in altri ambiti.