Mi collego idealmente con il mio ultimo articolo, uscito quindici giorni fa, e dedicato alle iniziative dei teatri italiani indirizzate a bambini e ragazzi, per parlare oggi delle fiabe nell’Opera.
Già, perché l’essere umano ha sempre sentito, fin dalla notte dei tempi, il bisogno di raccontare e raccontarsi delle storie; si è passati dalla tradizione orale ai graffiti nelle caverne, alla mitologia, fino ad arrivare alle fiabe per i ragazzi, la letteratura, il teatro ed il cinema.
Numerosi librettisti e compositori hanno preso spunto da celebri fiabe per tessere le trame delle loro opere. Basti pensare per esempio al racconto della bella Cenerentola. Nel 1816 Rossini scrive “La Cenerentola, ossia La bontà in trionfo”, sposando una delle numerosissime varianti del racconto, quella in cui la bella sconosciuta la sera del ballo non perde la scarpetta correndo giù dalle scale del castello allo scoccar della mezzanotte, bensì dona al principe un bracciale, che egli dovrà restituirle dopo averla ritrovata. L’opera riprende la morale tradizionale di questa fiaba, quella secondo la quale non è la bellezza esteriore a rendere Cenerentola degna del trono, ma la sua bontà nel perdonare le angherie delle sorellastre.
Ah prence,
io cado ai vostri piè. Le antiche ingiurie
mi svanir dalla mente.
Sul trono io salgo, e voglio
starvi maggior del trono.
E sarà mia vendetta il lor perdono.
Altra famosissima Cenerentola è la Cendrillon di Massenet (1895), molto fedele alla fiaba originale. La bella giovane viene trasformata dalla fatina in una splendida dama riccamente vestita, affinché possa recarsi al ballo del principe dove, durante la fuga rocambolesca, perderà la celebre scarpetta di cristallo.
Nel 1900 anche Wolf- Ferrari decide di musicare questa immortale fiaba e poi, nel 1927, prende spunto dalla novella de Le mille e una notte per la composizione di “Sly, la leggenda del dormiente addormentato”.
Altra famosissima opera ispirata da una fiaba è il “Castello del duca Barbablù” (1911) di Bela Bartok, tratta dalla favola francese del terribile Barbablù, ricchissimo nobile pluri uxoricida. Il racconto assume però nell’opera un carattere simbolico, in una chiave di rivisitazione psicologica fortemente in voga nei primi del ‘900. Le sette porte diventano quindi le angosce che l’essere umano ha paura di mettere a nudo. Quando ero piccola e mia nonna mi raccontava del perfido Barbablù ne avevo una paura folle. L’idea che avesse potuto uccidere tutte le sue mogli per poi tenerle nascoste a testa in giù ed insanguinate mi terrorizzava. L’opera di Bartok invece stupisce per intensità drammatica e profondità, prendendo le distanze da una semplice ed edificante storia per bambini.
Engelbert Humperdinck musica invece “Hänsel und Gretel” (1891) tratto dalla fiaba dei fratelli Grimm. Il libretto è molto fedele all’originale, i piccoli fratellini si scontrano con la strega cattiva della capanna nel bosco e finiscono per buttarla nel fuoco.
Quando si parla di fiabe, magia, incanto, non possiamo non citare Tschaikowsky. L’opera “Les souliers de la Reine” (1885) fu ispirata da La Nuit de Noël di Gogol, mentre i suoi tre grandi balletti traggono l’argomento da “La Bella addormentata” (omonimo balletto del 1889) “Il Lago dei cigni” (1876) da un’antica fiaba tedesca intitolata Il velo rubato e lo “Schiaccianoci” (1892) da Schiaccianoci ed il re dei topi di E.T.A. Hoffmann.
Dopo aver letto tutto questo, non si possono tenere lontano i giovani dall’Opera, né dai teatri. Grandi compositori si sono ispirati al mondo dell’infanzia per creare capolavori ed è quindi giusto che i bambini a loro ritornino, in una magica ed infinita chiusura del cerchio.
Samuela Solinas