L’opera lirica non esisteva nell’antichità. Esisteva il teatro fin dai tempi dell’antica Grecia e la musica da ancora prima, ma erano due generi distinti e totalmente separati. Fu tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600, quando in Italia fiorivano l’arte e la cultura, che intellettuali ed artisti si incontravano spesso per discutere e un gruppo di questi, che si faceva chiamare “Camerata de’ Bardi”, diede vita al nuovo genere che tutti conosciamo come melodramma. Nacquero così le prime opere liriche che venivano rappresentate solo nei palazzi, per le famiglie reali o la nobiltà. Agli inizi, quindi, l’opera era un privilegio di pochi aristocratici e non era conosciuta dalla gente comune.

Questo fu solo l’inizio… l’opera lirica con il corso del tempo ottenne sempre maggiori successi e si diffuse in tutta Europa, dall’Italia alla Francia, dalla Germania fino alla Russia, con modalità e caratteristiche diverse. Mentre in Francia il pubblico impazziva per la Grand-Opéra, nei paesi di lingua tedesca andava per la maggiore il genere Singspiel, simile all’opera-comique, caratterizzato da storie fiabesche, con personaggi fantastici e ambientazioni tratte dalle favole.
Negli altri paesi europei, soprattutto nell’Est, prendeva forma uno stile musicale con elementi tratti dalla tradizione popolare, per esempio melodie o temi di danze, dando vita ad opere che raccontavano la storia del paese. Si parlò per questo di scuole nazionali.

Siamo nel periodo del Romanticismo, nell’epoca in cui molti paesi diventavano stati indipendenti. Questo spingeva i compositori alla riscoperta delle origini del proprio popolo, dei propri miti e leggende. Tra i più noti compositori in Russia abbiamo coloro che facevano parte del Gruppo dei Cinque: denominazione con cui si indicano i cinque compositori che nel 19° sec. crearono la scuola nazionale russa: M. Balakirev, A. Borodin, C. Cui, M. Musorgskij e N. Rimskij Korsakov.

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